Scritta da: Alessandro Petrelli
in Poesie (Poesie personali)
Come un albero di ulivo
È come estirpare un albero di ulivo
quando lasci il salento
e di lì sei nativo
ogni altro sole è spento.
Composta martedì 22 maggio 2018
È come estirpare un albero di ulivo
quando lasci il salento
e di lì sei nativo
ogni altro sole è spento.
Come sarà, nell'avvenir, guardare il cielo?
se nella somma grazia ai suoi iridi mai ha retto.
Come sarà la coltre bianca giù in giardino?
se nel candore immenso ben più niveo c'è il suo viso.
E quel frumento aureo sopra cui rasenta il vento,
se sfioro i suoi capelli, a malincuor, commette plagio.
E il mondo che encomiate, se quel sole ve lo scalda,
ostento il cuore mio, così da voi è perenne inverno.
È un'attesa perenne su banchine affollate,
e i treni passano veloci,
con anime confuse e su binari tortuosi.
Sulle indicazioni sbiadite cospargiamo speranza,
creduli di cambiare,
per l'ultima volta,
pensieri mutevoli come la rotta.
Sorvoliamo passanti con anime affini,
tralasciamo banchine su paesaggi verdi,
siamo noi a scegliere oppure siamo scelti,
da orizzonti ingannevoli e scenari apparenti.
Con valigie pesanti e percorsi da rifare,
ascoltando consigli su come sbagliare,
con speranza ostinata o illusione insistente,
siamo anime fiduciose su binari controcorrente.
Ti darò tutto il mare che ho,
una goccia alla volta.
E se non ti basterà,
che si sciolgano i poli,
che versi pioggia per sempre,
che si soffochi il mondo.
Sarà che ad ogni mio risveglio,
manca un peso sul mio petto,
e l'attenzione a non destarti,
ora che dormi e non vi è fine.
Sarà che quando sono a letto,
e sto avvinghiato alla parete,
e resto scomodo per ore,
so che tu prendi il tuo spazio.
Sarà che ad ogni nuovo sonno,
il tuo cuscino perde odore,
ed ogni volta che si attenua,
aumenta il buio della notte.
Sarà che quando ceno stanco,
e il sugo tinge la divisa,
un riso in casa scoppia ancora,
forse è nella stanza a fianco.
Sarà che i quadri alle pareti,
che sceglievi per colmare,
davano un senso di pienezza,
che ora è il vuoto più totale.
Sarà che ad ogni inizio luglio,
ora che il sole più non vedi,
credo che lui ti scotti ancora,
e porto creme nella sporta.
Sarà che quando torno in casa,
e cerco intorno e non ti trovo,
e la tua voce non mi chiama,
ed ogni sera allora muoio.
Sarà che questa lunga attesa,
è un vento gelido e io tremo,
e non so se mi aspetti ancora,
oltre quel mare, oltre quel cielo.
Sarà che quando viaggi in due,
dopo una vita, ti dimezzi,
è come avere un solo corpo,
e se vai via, si muore insieme.