Scritta da: Andrea Manfrè
in Poesie (Poesie d'Autore)
Ribaciami
Ribaciami in uno stelo
di amore
e pensa alla giovinezza che mi
prende e mi ha lasciato sola
per lunghi anni.
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Ribaciami in uno stelo
di amore
e pensa alla giovinezza che mi
prende e mi ha lasciato sola
per lunghi anni.
Bacio che sopporti il peso
della mia anima breve
in te il mondo del mio discorso
diventa suono e paura.
Sogno spesso un luogo
privo di barriere e di confini,
senza gabbie, sbarre o catene.
Un luogo dov'è assente la tradizione
e la vita al presente si vive,
senza ancore nel passato,
con ogni ora, ogni giorno agli altri non uguali.
Un luogo nel quale, per il futuro, sono ignoti desiderio e bramosie.
Sì, quello che sogno è un posto dove si ama
senza condizioni e senza possedere,
dove non ci schiavizzano leggi, famiglia o riti,
idoli, miti o dei.
Già, sogno sovente un mondo dove gli umani sono liberi:
Liberi di stare da soli o tra la folla,
di abitare in mezzo al deserto,
in collina o sulla montagna,
senza chiedere il permesso o grazia
né rendere conto a chicchessia.
Liberi di solidarizzare con ciascun sofferente
o di stringere al petto tutti,
proprio tutti i viventi,
senza traccia di scelta né distinzione.
Liberi di fare l'amore
con chi ci piace e a cui piaci.
Liberi di volare con la mente,
senza impedimenti di sorta,
sul concreto e sull'astratto,
sulla terra, lassù in cielo
o nell'Infinito senza tempo.
La libertà è un treno che corre
verso paesi senza frontiere.
La libertà è uno spazio infinito
senza confini.
La libertà è camminare su un prato coperto da fiori
senza essere soppresso dal tempo.
La libertà è fermarsi a guardare
i colori dell'arcobaleno
e affondare lo sguardo nell'azzurro infinito del cielo.
La libertà è non chiudersi dietro le sbarre del pregiudizio
ch eti separano dai tuoi simili,
è non avere lacciche legano il cuore
e non gli consentono di amare
chi è diverso di te.
La libertà è seguire con gli occhi
un gabbiano che volteggia nel cielo
felice di essere libero.
Giro per la strada
e non so dove sei,
ti vedo dappertutto
e non sai quanto ti vorrei,
e adesso che te ne sei andata
e forse non ritornerai mai più,
mi manchi,
mi manchi.
Io che ti ho sempre allontanato
dai pensieri miei,
ma per averti ora con me
non so cosa darei,
e giorni passano lenti
e chiedo perché non mi chiami più,
mi manchi,
mi manchi.
Provo ad immaginare
che cosa fai,
e ti vorrei telefonare
ma so che tu non parlerai,
non è così che doveva andare
quante cose non ti ho detto,
mi manchi,
mi manchi.
Ho pensato all'illusione
che ti ho dato,
ai pensieri che
non ho ascoltato,
al vuoto che lasci nella mia vita
che senza di te non ce la fa più,
mi manchi,
mi manchi.
Vita che sembri sogno
invidio tutti in segreto
e di tutti in segreto
m'innamoro.
Chi ucciderai ancora?
Chi porterai alle stelle?
Che altre menzogne inventerai?
Tempo presente
tempo passato
entrambi presenti
nel tempo futuro
e il tempo futuro
è dentro
nel tempo passato
se tutto il tempo
è eternamente presente
Quello che poteva essere
è un'astrazione
che resta una
pèossibilità perpetua
solo nel mondo
delle ipotesi
ciò che doveva essere
ed è stato,
tendono a un solo fine
che è sempre presente.
Passi echeggiano nella memoria
lungo corridoi che non prendemmo mai
verso porte che non aprimmo mai
sul giardino delle rose
Parole echeggiano così nella mente
tempo passato
tempo futuro
ciò che è stato
ciò che poteva essere
tendono a un solo fine
che è sempre presente.
C'erano una volta i cavalieri.
Sul loro cavallo compivano prodezze.
Eleganti, con la loro veste e mantello.
Nobili, con la loro corazza luccicante.
Forti, con la loro spada tratta.
C'erano, ma ora non ci sono più.
Ci sono oggi i cavalieri.
Senza cavallo compiono prodezze.
Eleganti, con i loro modi.
Nobili, con i loro gesti.
Forti, con il loro altruismo.
Ma non si chiamano cavalieri.
Spesso nemmeno li conosci.
Compaiono sempre quando hai bisogno.
Spesso nemmeno te ne accorgi.
Ti possono cambiare la giornata.
La loro ricompensa è un semplice grazie.
Questo amore così vero,
questo amore così bello,
così felice,
così gaio
e così beffardo,
tremante di paura
come un bambino al buio.
Come un libro aperto
leggo nel fondo dei tuoi occhi.
Perché la bocca sorride se gli occhi la smentiscono?
Piangi. Non vergognarti di confessare che mi amasti.
Piangi. Nessuno vede.
Guarda. Io sono un uomo, eppure piango.
La morte non è l'ultima verità.
Ci appare nera come ci appare blu il cielo,
ma non annerisce la vita più di quanto
l'azzurro celeste sporchi le ali dell'uccello.