Prenditi la pelle che tenevo addosso come fosse il tuo corpo. Lasciami solo, perché da solo io posso ritrovare la notte e il giorno che si rincorrono di nuovo. Posso così tornare a bere alla fonte l'acqua limpida di sorgente, correre nei prati a crepapelle sorridere di me come un pazzo tornare a perdermi nel mare per ore a infrangermi con lui nelle tempeste ad amarmi ed ad ascoltarmi quei silenzi che facevano di me un uomo.
Quando finisce l'amore ti manca l'aria nel cuore sei forte solo a urlare non ti basta sprofondare né il mondo detestare nemmeno avere la sua carne. Nulla rimane se spegni la luce solo amare lacrime che bruciano Gli occhi pungono come spilli La vita è una casa sul fiume è una foglia che alza il vento e sparisce in un momento La vita s'arrotola in un istante e perdi tutto come al poker Non ti resta che guardare il sole Ascoltare il vento nel suo silenzio cerca, la primavera i fiori ardono e aspettano il tuo amore.
Distesa come la duna di un deserto su lenzuola immacolate come il latte Dagli abissi del tuo corpo acerbo carne da ardere per queste mie mani Ti ammiravo nel silenzio che pungeva come cicche di sigarette smorzavo ogni respiro mi bagnavo le labbra con la vista non potevo resisterti, non volevo Avrei profanato ogni cancello per aprire la tua porta, quella porta Una madonna distesa su pampini di glicini dalla finestra sentivo odor di pelle nuda inebriata di calore scivolava sulla seta Maledetto il mio destino che mi fa sentir bambino un giglio troppo giovane mi ha preso l'anima Mi pungo il cuore per non sentir dolore briciole di sale mi bruciano le ciglia e spengo il fuoco che arde nel braciere riempio l'attesa come cera sulle mani tu batti gli occhi nel silenzio e taci.
Sognavo di te e mille stelle attraversavano Il mio cielo... Vivevo nelle illusioni nelle flebili speranze... Disegnavo il tuo volto con colori dell'anima, il pennello scorreva guidato da una mano che cercava la tua, che dipingeva i tuoi tratti per l'infinita voglia di accarezzare il tuo viso. E il cuore palpitava, si aprivano i cieli ed era sempre Primavera... e tu, bella, correvi da me e mi aprivi le braccia. Quel tempo passato Non tornerà più Ma il suo ricordo vivrà in me incancellabile ed eterno.
Dissonanti amanti offendono l'amore che consumano nei pianti e imprigionano le ali nei letti senza cuore stanchi dei rimpianti dimenticano il dolore che attende di risorgere
Menti chiuse dentro scrigni di sangue e di velluto di perle senza luce inabissate da vergogne che schiacciano le teste portano via le vite nei silenzi annodano la luce che si sbroglia
Amanti andati e poi perduti Sono alberi senza radici che mai saranno liberi Un'onda che regge a stento ma s'affonda senza vento.
Questo è niente, è di notte che le urla pungono come aghi, i tuoi aliti mi percorrono le pieghe e aumenta la disperazione. Non cambio il letto che ancora sa di te, incandescente lava. Senza il tuo odore cosa dirò a quel bambino capriccioso che vuole fare mille capriole nel cuore?
Donne al sole come una beffa incenerite nel fossato da rozze mani dall'aspro odore Accecate da spine che vendono la vita che nulla vale Calpestate come aiuole Amaro è il conto da pagare senza sconto mentre luccica la vita è aspra Capolavori di donne che valgono diamanti Il mondo ha il loro volto tenero e selvaggio come gatte innamorate nel cesto il cuore di fragole mature sempre pronte ad essere mangiate dai finti diamanti di questo mondo infame.
farfalle su gigli che fanno l'amore corpi di muschio grazia nel vento rime di perle nel fondo anime bianche come latte aureole diamantate ingannate ma adorate Crudele il suo destino nel vento ad imbrunire i palpiti di vita Rima su rima la pelle diventa ruga la mano diventa ragno ma l'incanto non si nega Acqua che disseta l'arsa gola del poeta ansia eterna senza pace sorrisi che salvano i dolori La vita non affanna se i canti appagano le spoglie La tua abbagliante forza acquieta il cuore mio che non teme morte non teme te se m'abbandoni ma teme il tuo abbandono.
Questa notte spiego le ali e volo, taglio come lama l'ammantata aria che impotente cede senza opporsi. Un'argentea scia illumina la notte e resto sospeso come per incanto.
Delicati sbuffi diffondono i respiri violini di poesie sprigionano rime risvegliano angeli dai sonni ancestrali fondono i sogni e illusioni di vita, lamenti di occhi in silenziosi pianti.
Volteggio tra nuvole a boccioli come farfalla su petali d'amore in attesa che nevica polvere d'oro moltitudini di silenzi come arcobaleni compongono musiche che nessuno ascolta.
Evanescente festa con zampilli di luce sciorinano indissolubili profumi nell'aria come spuma marina leggera sostanza che copre il sogno sprazzi di luce trafiggono le pupille.
Ciò che brilla non solo arde, è visione ammagliante dei sogni e prima che l'aurora svergini la notte deraglio e m'areno su sabbie dorate rapito dai suoni dei violini del mare
faville senz'anse m'allagano i sogni che notte...!