Per il giorno di ogni anno quando contano ventuno tra fratelli gli ottobrini ed in men che non balena grazie al genio di qualcuno* arrivò una lampadina che brillò per tutto un giorno tra sorprese e tanti auguri con la luce e non più al buio si ricorda un gran bel giorno.
Oh Italia bella, oh Italia terra mia, che sia tu sempre forte e prosperosa! Così ti voglio! Ma anche generosa incontestata e amata alla follia. Il cuor ch'è nobile e dona la grandezza: mai l'anima meschina e la grettezza. E sia tu unita... si! Meglio se unita in ogni dove in ogni quando audace o se pure divisa purché in pace: una la lingua e più dialetti in vita. Chè t'è fedele il popolo e rimane uno e solo uno a te fino alla fine. Come ti voglio oh Italia tu sarai!
Oh Annie, cara, ho letto le poesie! Ho visto il sole in te, fiori e germogli, passioni, capricciose fantasie: la vita: quella giovane... i tuoi sogni.
Ho pur guardato nei tuoi occhi un cielo e nei bei ricci, dei capricci d'oro. È stato un attimo ed è caduto il velo e i versi tuoi hanno spiccato il volo.
Festeggiai una nascita. La tua. Volevo che tutti sapessero. E allora, non appena fui avvisato - ero al lavoro - smisi di corsa e con le prime congratulazioni andai al bar di fronte a ordinare per tutti. Poi fu un'ansia interminabile. Volevo arrivare subito, ma c'era del traffico e pensavo a come stavi, a come stava tua madre, anche se mi avevano già rassicurato. Mentre compravo dei fiori, delle rose fresche, e scrivevo un pensiero su un biglietto che la fioraia aveva scelto per l'occasione, immaginavo per un momento come potevi essere, chi potessi somigliare...
Ricordami! Festeggiai una parola. La tua prima parola, di appena due lettere, con la quale mi hai chiamato. Avevo atteso con impazienza ciò di cui non avrei potuto più fare a meno, per la gioia e la gratificazione di ogni volta, se per metà hai continuato a pronunciarla spesso anche dopo aver imparato a parlare.
Ricordami! Festeggiai un dentino. Il primo che ti spuntò. Mi accorsi che avevi qualcosa di diverso quel giorno. Beh! A dire il vero, tu stesso mi facevi capire che c'era una novità in te, un intruso che ti stava dando un po' di fastidio e volevi da me un aiuto. Non eri contento affatto, ma riuscivi a farmi comprendere che avresti fatto di tutto per sopportare quel disturbatore non venuto per caso. Non so come, ma mi fidavo di te!
Ricordami! Festeggiai i primi passi. Due, o forse tre, all'impiedi, tu da solo. Ti avevo accompagnato fino a quel momento con la mano che ti faceva da sostegno, prima che tu hai voluto lasciarla per un attimo. Dopo, stavi per cadere, ma sei stato in grado di cavartela: hai riafferrato quella presa, che, in ogni caso, era lì pronta a proteggerti dalla caduta.
Ricordami! Festeggiai un giorno di scuola. Il primo per te. Eravamo tutti insieme, con tua madre e le nonne, per le coccole e il commiato. Sei stato davvero eccezionale! Con serietà e senza dare adito a emozioni, pur comprensibili, ti sei incamminato, senza voltarti mai. Abbiamo visto un ometto, con una cartella in mano, salire le scale e poi scomparire dietro l'angolo.
Ricordami! Festeggiai ogni altro momento importante della tua vita che ho potuto e, soprattutto, sappi che avrei voluto continuare a farlo, anche ora che non ci sono più! Tuo padre.
Due occhi azzurri, sorriso all'occorrenza, Poche parole, pose di eleganza, Nel dimostrar virtù con la pazienza Dispensa gentilezza in abbondanza.
A sé t'avvolge come in una danza I gusti afferra e chiude in una stanza: Sono catene per non dimenticanza E senza voler esser dominanza.
In via Toledo a Napoli è una costanza Che col suo assaggio riduci la distanza: Eh sì, perché il gelato che t'offre ella Vien da un'amica che chiamasi Antonella!