Poesie inserite da Claudio De Lutio

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Scritta da: Claudio De Lutio

Ora cantano "Emmanuele"

Da lontano, in cima al mondo
si affacciarono a osservare
tutti gli Angeli per conto

del buon Dio, pronto a mandare
il Suo Figlio Prediletto,
per l'evento da annunciare

con l'Arcangelo al cospetto
di Maria, Madonna e Madre
del Bambin che terrà stretto

pria nel grembo e poi col Padre
San Giuseppe, il falegname
mentre l'alito è a scaldare

nella grotta di Betlemme
sol di un bue e un asinello;
ma già da Gerusalemme

ciel Cometa fa più bello
e ai Re Magi dà il cammino.
Ecco al suon di un pastorello

tutti gli Angeli al mattino
ora cantano "Emmanuele"
perché già "con noi è Dio".
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    Scritta da: Claudio De Lutio

    Qual regalo di Natale

    Ecco a te, oh padre caro,
    quale dono di Natale,
    quel fra tutti ch'è il più raro!

    Parrebb'essere banale,
    un regalo come tanti,
    atto sol circostanziale.

    Viene scelto dai cotanti
    che han capito cos'è un padre
    dai suoi gesti più importanti.

    Pur è dato ad una madre
    a cui spetta pari onore
    come Iddio è a comandare.

    Or sian ferme ogn'un dell'ore!
    Senza esser solo amene
    sian parol (a) che ven dal core!

    Dico allor: "Ti Voglio Bene!"
    Questo è il dono mio più caro,
    quant'a te più si conviene:

    un ristoro d'ogni amaro.
    Qual regalo di Natale,
    quel fra tutti ch'è il più raro.
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      Scritta da: Claudio De Lutio

      Quegli occhi grandi e quei capelli neri

      All'imbrunir di un dì di mezza estate
      neppur nel tempo pari ad un istante
      attrassero il suo cuor e i suoi pensieri
      quegli occhi grandi e quei capelli neri.

      Sol'oggi egli può dir per quale cosa
      fu invano da quel giorno trovar posa
      finché notar gli parve d'improvviso
      gli stessi occhi che gli avean sorriso;

      guardavan lieti il volto d'un piccino
      quando a giocar venia più da vicino:
      come la madre anch'egli aveva fieri
      due occhi grandi ed i capelli neri.

      Non era che ad un passo da costoro
      e già due lacrime vid'ei cader'a coro:
      solea bagnar una goccia ciascun viso
      ma il posto dovea dare ad un sorriso.

      La mano del bambin la donna prese
      la pose in quel del padre e lo sorprese:
      lui fu commosso e tenne volentieri
      quegli occhi grandi e quei capelli neri.
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        Scritta da: Claudio De Lutio

        L'Ultimo dell'Anno

        Pronto sull'uscio, con cappello e guanti
        al cincinnio dei calici a levare
        vien festeggiato tra i bei suoni e i canti.

        Poi ch'egli sa che non può più tornare
        al nuovo anno prima raccomanda
        ciò che giammai dovrà dimenticare:

        "Si dian a ciascun le cose che domanda;
        nel cuor di tutti: gioia pace e amore;
        d'ognun sia speme, in Fede veneranda."

        E attento a cadenzar parol(e) coll'ore
        a qualche istante dalla mezzanotte
        augura al successor d'esser migliore.
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          Scritta da: Claudio De Lutio

          Caro Soldato

          Caro soldato,
          un giorno sei partito per la guerra
          e da quel giorno non sei più ritornato.

          Dovesti salutare la tua terra
          con un addio rivolto a chi restava
          che senza te rimase senza terra.

          E al fronte andasti ove il nemico stava
          incontro all'uomo che t'avrebbe ucciso
          pregando Dio, mentr'egli ti sparava:

          "Oh Padre mio, è questo che ho deciso
          quando ho promesso a Te di perdonare
          finanche in guerra per il Paradiso,

          e di non provocar mortal ferita,
          neppure per difender la mia vita!"
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            Scritta da: Claudio De Lutio

            Donne di sera

            Le donne di sera diventan più belle
            coi visi truccati, le pieghe ai capelli
            le gonne stirate e sotto le scarpe
            per gambe allungate, a sfoggio più alte.

            Si ammirano all'ombra e corpi sottili
            risaltano forme, adottano stili.

            Son belle di sera le donne anche dentro:
            regalano amori... "costrette" si vendono.
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              Scritta da: Claudio De Lutio

              Non sei più neppure l'Io

              Uomo,
              tu non sei nato per esser come Dio
              non sei tu al mondo per ragione tua
              sei qui soltanto per la causa Sua
              ch'è più elevata a fronte del tuo "Io".

              Non hai creato il cielo e la natura
              l'alba e il tramonto o il canto degli uccelli
              eppure a volte a Lui tu ti ribelli
              scegliendo il Male: "ma non hai paura?"

              Non vuoi che guerre per vendette tue
              per gli egoismi o altre fantasie
              per te son altre cose le eresie
              quel(le) che talvolta son le cose Sue.

              Puoi mai così sentirti come Dio?
              Se non ricordi niente dell'amore
              sei hai calpestato il Bene dentro al cuore
              ed ora non sei più neppure l'Io.
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                Scritta da: Claudio De Lutio

                A Enrico Caruso…

                Non fu che il primo canto fortunato
                quel del vagito che s'udì sì forte
                al primo piano e rimbombò alle porte
                d'ogni palazzo in via San Giovanniello.

                Fu il pianto del fenomeno ch'eri nato
                per porre fine a quella triste sorte
                che si accanì ben diciassette volte
                sferrando mortal colpo al tuo fratello.

                Enrico dei Caruso fosti chiamato:
                al fabbro Marcellin e sua consorte,
                Anna Baldini, le speranze tolte
                deiscenti fur con te, loro granello.

                Di umor mutevole e scatto sì immediato
                ma sempre dolce e di natur solerte
                benché apparisti puntiglioso a volte
                scritto sull'acqua il tuo rancor fu quello.

                Ancor bambino e già prodigio innato
                le prime basi della canora arte
                ti furon date dal mio bisnonno in parte,
                Raffaele, maestro di piano e ritornello.

                Da allor più forte al canto appassionato
                nei cori in chiese e nei teatri inoltre
                la voce tua sia giorno che di notte
                venne apprezzata a nome Carusiello.

                Allo "Strasburgo" a Napoli scritturato
                cantasti anche al "Gambrinus" note alte
                ma la tua fama dovea sconfinar oltre
                dall'Italia, finanche da Parigi con l'Othello.

                Così ti arrise il gran successo attuato
                grazie a quel timbro portato sino a corte
                e le attenzion di illustri autor rivolte
                ma nel tuo cuor restasti Carusiello.

                E se il più gran tenor di tutti i tempi
                ti decretaron unanimi i consensi
                a Napoli lasciasti la tua voce:
                rimbomba nel riposo a San Giovanniello.
                Composta mercoledì 27 novembre 2013
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                  Scritta da: Claudio De Lutio

                  Il perdono dei "Giuda"

                  Ogni croce portata dall'uomo
                  è una croce sulle spalle di Dio
                  che sottrae ogni volta all'oblio
                  il peccato di Adamo dal pom (o).

                  Anche Giuda sarà l'Ecce Homo
                  da quel ruolo che ebbe sua vita
                  essa stessa dal trader tradita
                  per la colpa e per l'Alto Perdon.

                  Ci saranno altri Giuda per questo
                  altri uomini donne fratelli
                  or la croce dei tristi ribelli
                  è passata dal Cristo ai fedel.

                  Qual chiamati al perdono dei Giuda
                  a ciascuno diran: "non temere,
                  non siam qui per vederti morire,
                  senza prima salvarti dal fuò!".
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