Anelo e bramo d'essere in te scioglierò il mio cuore nel tuo grande mare per poi specchiarmi attraverso la tua essenza.
E tu sorvolando le montagne del mio dire i grandi mari delle mie stanchezze ascoltando la voce della mia anima giungerai al centro del mio cuore.
Ti Sedurrò Affascinandoti con la forza grande della mia essenza sentirai la passione confonderti la mente e saranno i tuoi stessi pensieri a condurti a me.
Ti Sedurrò Servendomi della tua anima per ammansuetire la tua ribelle natura.
Ti Sedurrò Circuendo le tue convinzioni, addolcendo i tuoi alti picchi col soffio leggero del mio sentire. E per la tua sete io sarò l'acqua che inebria.
Ti Sedurrò Sarai nel mio cuore ogni giorno prima ancora che brina tocchi foglia e al risveglio di ogni sole io tornerò a cantarti.
Ti Sedurrò E accarezzandoti il cuore, sentirai i miei passi profanare il tuo scrigno non per prendere, ma per donare.
Ti Sedurrò e nel gioco dell'amore tu diverrai specchio affinché io possa riflettermi.
Lasciatemi morire se è quando la vita non sarà più vita, quando le mani non carezzeranno fiore e gli occhi non respireranno sole;
Lasciatemi morire, nella mia libertà è il mio solo tesoro non conosce catene l'uomo in volo e per il mio ultimo viaggio voi aprirete gabbie;
Lasciatemi scegliere se del dolore sarò stanco e nelle lacrime di chi m'ama troppo arranco;
Lasciatemi morire nei vostri occhi scorgo il fardello lasciate scorrere via questo ruscello;
Lasciatemi morire, non è nel lasciar libero un uomo che avrete perso contro il frastuono, cerco il silenzio fatemene dono voglio volare oltre questo suono.
Lasciatemi morire, cos'è una farfalla che non desia volo, se non carta appassita tra le sbarre di una prigione infinita.
Lasciatemi morire, così come Il fiume scende al mare io me ne vorrei andare;
Lasciatemi morire ho della candela la sembianza ma non scorgo più luce in questa stanza;
Lasciatemi morire se è quando la vita non sarà più vita ho nella libertà il mio solo tesoro vi prego fatemene dono.
Mormora il rigido sentiero quando s'incrina nell'aggiustar rotta mangerà delle briciole del suo assestarsi per comprendere che nessuna vita avanza nel rigido progetto che la mente crea.
La vita è fluido divenire, che muta durante tutto il suo avanzare.
Come fiume dall'imprevedibile corso farà ribollir le sue acque così la vita avanzerà non senza rumore tra gli stretti argini di un vivere che solo apparentemente divora.
Come fiume che non conosce letto avrà flessibile corso e volterà faccia ovunque i suoi sogni migrino. Così è la vita, quando di se stessa ha memoria.
Muto stagno, dalle acque fetide è invece il viver cieco, quello che non ascolta canto e neppure vede sole, dove gli uccelli non migrano e dove i cuori non lodano cuori.
La vita è ciò che il tuo cuore sceglie decidi fiume che ribolle o fetido stagno.
Arroccato nel cuore, alte e solide mura avrà innalzato la tua paura attorno a quelle che crederai le tue certezze;
Fermerai il graffiare dell'insensato vento ma il tuo invalicabile scudo limiterà anche i semi nuovi;
Il vento troverà muro il muro combatterà vento e il tuo cuore resterà nel suo tormento a ribollir nelle acque stagnanti dove solo il riconsiderare antiche conquiste farà vibrar in superficie le acque ma non ne scuoterà i torbidi abissi;
Riconsidererai alla luce della tua fioca candela e nella penombra della tua comprensione non scorgerai il cielo acceso al di là del tuo muro, che busserà con mani di vento alla tua porta chiusa.
Riconsidererai, sempre e solo bevendo dalle tue torbide acque;
Abbatta le mura l'arroccato nel cuore e faccia transumar i venti dal fuori al dentro e dal dentro al fuori.
Sacra è l'icona dipinta dalla sua mano ma se occhio non coglie l'arcobaleno da quali colori avrà allora attinto le sue tinte.
Abbatta le mura l'arroccato nel cuore e respiri il vento del vivere il suo graffio spinoso altro non è che il guanto della carezzevole comprensione.