Le migliori poesie inserite da Christabella del Mar

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Scritta da: Christabella del Mar
A cosa pensi
quando smetti di pensare?
Quando la notte finalmente
chiudi gli occhi
e resti sola?
Ti senti libera.
Ti senti in gabbia.
Ti manca una carezza.
Un attimo di gentilezza.
O forse solo una parola?
Non chiedi mai aiuto tu.
In questo siamo uguali.
Piccola anima in disparte.
E quando veramente non ce la fai più
spendi l'amore che hai da parte.
Se fossimo in un film
saresti quella voce fuori campo
di cui lo spettatore si innamora.
Cercati ancora.
Cercati ovunque.
In mezzo a chi non ci credeva.
E poi parlava.
In mezzo a chi non ti diceva
che aspettava un passo falso.
Ma in fondo in fondo.
Ci sperava.
Volevano tenerti in pugno.
Ma tu, gli sei passata tra le dita.
E non dimenticarti mai.
Di chi giurava di restarti accanto.
E poi spariva.
Perché chi lotta fa paura.
Perché chi si rialza
fa ballare il mondo.
E allora metti musica.
Con tutta la tua voce.
Urla!

Sei viva.
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    Scritta da: Christabella del Mar
    Ricordo il nostro ultimo bacio
    come gli amanti
    nel dipinto di Magritte,
    mi sussurravi dietro l'orecchio:
    l'amore sa aspettare.

    Ricordo la tua ultima carezza,
    le tue mani dentro i guanti
    mi solleticavi la guancia
    mentre io immaginavo il tuo sorriso.

    Ricordo che non riuscivamo ad allontanarci.
    Le tue braccia intorno ai miei fianchi
    e quel metro di distanza
    era diventato qualche centimetro.

    Ora siamo distanti per sempre
    dicevi di essere forte
    ma il virus lo è stato di più.

    Ricordo te.
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      Scritta da: Christabella del Mar

      Evviva la Poesia!

      La Poesia è la musica dell'anima
      La Poesia è lo spumante del cuore
      Apriamolo adesso per festeggiare il suo nome
      Oggi non deve rimanere anonima
      La Poesia...
      Brindiamo alla sua esistenza
      Alla sua forza e bellezza!
      Ne basta poco: qualche rima e cadenza
      Auguri alla sua permanenza
      sul continente della Fantasia
      Giornata Internazionale della Poesia!
      Auguri a voi poeti, auguri a voi profeti
      in questo giorno di grande turbolenza
      quando nel mondo regna la paura e sofferenza...
      La Poesia porta luce e calore
      laddove l'occhio ha lacrime e l'anima dolore
      e la parola la trasforma in una fiamma
      che fa lume senza fumo, senza ologramma
      solamente profumo postumo di agrumo
      La Poesia rimane come una quercia monumentale
      come un platano o un secolare castagno
      che stanno oggi a distanza per decreto
      e piangono, soffrendo per la gente in silenzio, in segreto.
      Ma gli alberi che sbocciano con frenesia
      stano brindando per il giorno della Poesia
      con le bandiere di freschezza, contro la forza della pandemia.
      Evviva la Poesia.
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        Scritta da: Christabella del Mar

        A te

        A te,
        che hai lasciato cadere le lacrime
        come due gomitoli di sale
        sfilandosi senza nodi dietro alle spalle
        e scivolare lentamente, tra sospiri e singhiozzi
        lungo alla schiena curvata in avanti
        e stai ancora in ginocchio
        con le mani fredde unite, le dita intrecciate
        A te, io, poeta senza nome
        cittadino dei paesi quasi scomparsi
        fantasma dei tuoi sogni morti
        e dei tuoi morti sognati
        Io, ologramma dell'agonie
        e degli urli lanciati verso le stelle
        affogate nel fumo dei crematori
        e delle croci troppo nuove e lucidi.
        Io che avevo già perso tutto
        quando non era rimasto più niente
        cosa potrei dire per renderti meno sofferente!
        A te
        che ti sei perso nel labirinto di te stesso
        ti posso dare se mi guardi
        un po' di forza vitale
        per farti cominciare a camminare
        come fanno i bambini, un passo a volta
        come sarebbe il tuo prima volta.
        Fidati, staccati da quel pavimento
        raggiungimi, vieni così, piano, nel salotto
        vicino al caminetto. Siediti, io accenderò il fuoco.
        A te
        ti vorrei riscaldare anima e corpo
        A te, che sei immenso come il mondo
        A te, ti dedico il mio sguardo puro ma bugiardo
        e dico ciò che tutti vogliono che dico
        sarà tutto bene, anche s'è un mito!
        Ma io ti alzo e ti chiedo stai al caldo!
        E pur se ti ferisce fino al infinito
        questo dolore fresco, impunito
        A te
        che sei simbolo di tutto ciò che è colpito, esausto, impaurito
        A te regalo il pensiero di ringraziare un attimo al cielo perché sei vivo e qualcuno senza volto
        senza nome
        ti pensa e ti offre una spinta
        verso la primavera, verso la vita.
        Composta giovedì 26 marzo 2020
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          Scritta da: Christabella del Mar

          Torna a casa!

          Sei uscito con la nave spaziale per portar qualcosa di speciale
          per il compleanno della piccola selene e un alberello vivo per Natale.
          Però, amore, guarda sulla terra è arrivata già la primavera...
          ma non è questo, qui il tempo non scorre come sulla terra
          me hanno detto che hai avuto con un'altra nave, guerra
          che tutto è andato male che tutto è distrutto,
          che non c'è tempo da sprecare che l'universo è in lutto.
          Che tutti quanti sono morti perduti tra le stelle
          e sulla terra son cadute migliaia particelle
          i resti si trasformano in aghi e coltelli
          nei virus invisibili, potenti come i ferri
          e per la gente son i forti, temuti guerrieri.
          Il tuo posto non è là, devi tornar a casa!
          Senza capire dove siete, avete ucciso in massa
          la gente piange in ginocchio, i morti nella cassa.
          È troppo fumo, troppo chaos, hanno pers ogni speranza
          raccogli ogni particella, seguimi la voce e torna casa
          selene aspetta il regalo, ci manchi da morire.
          Ma per il mondo non sei altro che simbolo della fine.
          Stanno per arrivare. Ti porteranno a casa
          ti faranno un intero, com'eri una volta
          apri piano le gabbie, segui le voci che ti chiamano
          dal ricordo del nostro amore.
          Mi sono messo i tuoi capi, per essere sicura che non puoi fallire
          per non dimenticare il tuo profumo, per star tranquilla che vuoi venire.
          Voglio che tu sia tutto come prima, voglio l'uomo che cerava un abete per Natale
          voglio il tuo amore che mi sa togliere il respiro che mi strozza il collo di passione e mi asfissia di baci
          basta se torni, ricominciamo tutto da capo
          faremo un nuovo mondo per tutti che hanno perduto il loro.
          Un altro universo parallelo per continuare vivere a lungo e in buona salute
          nella convinzione che tutto è stato solo un sogno verso il paradiso.
          Niente non sarà come prima, ma avranno l'amore
          saranno felici con i loro cari, con l'intera famiglia.
          Li porteremo anche la primavera rubata e forse, capirà, ognuno a modo suo, che tuttò sto disastro è stato un incidente.
          Composta sabato 28 marzo 2020
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            Scritta da: Christabella del Mar
            Il cielo è nero fumo che voltola, sfiocca, imperversa
            come a un fiato d'incendio. Corron ruote di cenere
            per l'infinito campo: borghi d'ocra e fuliggine
            si riproducono e ripercotono.
            Tutto fugge come a un fosco mare.
            Le case impallidiscono di spasimi sulle montagne,
            mostrano i mille occhi alle palpebre chiuse,
            i lampi sono rosei
            come i filari efimeri delle gambe alle ballerine
            in passo finale.
            Le folgori sono come bisce verdi e violette
            spesso han vene di sangue a capo, a coda. Sparve
            la scena dè monti lontani.
            S'opaca la distanza.
            Eccoli dispariti.
            Una dolomia, sola, il chiaro picco mantiene, alto,
            in un canto de la nerezza, teso.
            Piovon tutte le acque,
            a gocce, a schegge, a frecce, a micce ebbre di fuoco.
            Gli uccelli fuggono gli occhi accesi dei gatti saliti sulle piante:
            i gatti fuggono le spire di bragia
            delle folgori:
            le foglie degli alberi tremano per l'universo.
            Io m'abbandono
            a tutti i fiumi oscuri di me stesso che straripano.
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              Scritta da: Christabella del Mar

              Divento la tua Notte

              Divento più scura, divento più Notte
              sto diventando onda, sto diventando Morte...
              Ma tu mi senti, mi vedi, ancora mi ami
              e anche dal cielo toccarmi le mani.
              Spogliati di preghiere, di ali e di tutti tuoi anni
              appendi la spada, spegni la luce e butta via
              tutti tuoi algoritmi inutili e la filosofia.
              Dopo, poi scendere... ma vola piano, ti aspetto.
              Sono passate due notti e già mi pare un'anno...
              Ti manca ballare con la Morte in piena notte?
              Lo so, vuoi rimanere un santo nell'Inferno,
              gustarmi dalle labbra la miele e il veleno,
              bevendo dall'Eternità e ritornare in cielo...
              L'Universo stanco ti nega l'ironia sapendo che ci legga il gioco e la pazzia.
              Vieni, succhiami la vita, ricolorati gli occhi, riscaldati di baci e TACI!
              Fammi sentire il rumore della scomposizione, il tremolio che vibra ancora nei capillari secchi,
              il tuo respiro strangolato al mio sguardo agghiacciato che appena vuole abbassare le ciglia e aprire la porta dell'anima.
              Lasciami ascoltare il pensiero, quello di ieri
              quando amavi il sole nella pioggia calda dell'amore!
              Quando sognavi in colori e sentivi da lontano il mio profumo di fumo, di rose e di ambra...
              Fammi sentire femmina, mentimi che sono l'unica, poi attaccami al muro di stelle nere!
              Riempimi di catene e urla forte il mio nome,
              ripeti il mio nome come mi chiedevi sempre!
              Strillalo, cantalo fino che sputerai desiderio e sangue!
              E prima di tornare, fammi capire dove si uniscono i Mondi, chi è l'Angelo e qual è la Morte!
              Quando è Giorno e quando è Notte?
              E deciditi se mi ami no.
              Composta giovedì 3 ottobre 2019
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                Scritta da: Christabella del Mar

                Sbocciano fiori di pietra alle mie dita

                Sbocciano fiori di pietra alle mie dita
                mentre con lo sguardo bevo il cielo che mi nutre
                con voli di tulipani
                e distese di grano
                che allargano i miei polmoni in campi di carne.

                Busso alle porte del tuo segreto
                con rintocchi di campana
                e grida di cornacchia
                e scheggio le mie unghie sulla corteccia.

                Ho piedi marini e braccia come sentieri
                mentre i miei capelli stormiscono alle cime degli alberi
                ed il mio viso si scioglie
                nella corrente dei fiumi.

                La luce del sole nutre la mia pelle
                dove riposa ancora latte di stelle
                ed il sospiro della notte
                che tutto trova e tutto perde.

                Busso alle porte del tuo segreto
                con rintocchi di campana
                e grida di cornacchia
                e scheggio le mie unghie sulla corteccia.

                Esploro il tuo viso nel riflesso delle foglie
                ed ascolto la tua voce nella caduta del sasso sul fondale;
                così catturo un volo di polline
                per fartene collane e bracciali
                ed incendio cataste di fiori per vestirti di fumo.

                Nella radice dell'occhio vive la tua presenza
                e nel cavo delle mani mi riscalda la tua assenza:
                mi siedo sulla terra e bevo il tuo segreto
                fatto di pietre e grano.
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                  Scritta da: Christabella del Mar

                  Bacio con profumo di mela

                  Stanotte, se mi senti, suono per te una melodia
                  strana come me, un po' cupa e piena di malinconia.
                  L'ho fatta per te, adesso a mezzanotte
                  sfiorando ad occhi chiusi il vecchio pianoforte.
                  Ascoltala adesso, domani me la scordo:
                  come dimentico le rime, mi perdo anche l'accordo.
                  Ti ho arricchito il baule di perle e segreti,
                  di frasi belli e falsi, a volte desueti.
                  E ci mancava dentro un diamante nero:
                  l'ho messo io e se me l'ho concedi
                  ti leggo anche il pensiero.
                  Adesso ascolta la musica e lasciati portare
                  immagina le frasi che scrivo sulla pelle
                  e fammi cambiare i verbi di ferro
                  in carezze, brividi mai sentiti e fantasie belle.
                  Il pianoforte continua a suonar anche da solo
                  e già le mie dita ti scrivono sul collo
                  parole inventate a luce di candela,
                  baci di strega strana, profumo di una Mela.
                  E se mi sognerai, non son una chimera.
                  Composta giovedì 30 aprile 2020
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