Le migliori poesie inserite da Christabella del Mar

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Scritta da: Christabella del Mar

Sakura in quarantena

Pallidi, timidi e spaventati
sbocciano i primi fiori di ciliegi a Milano.
Aprono gli occhi, guardano in giro
e vedono un'immense deserto strano.
Silenzio... silenzio... silenzio...
Il vento tacce sotto un piccolo ramo.
Preoccupati, hanno domandato un castagno
perché tutto questo silenzio vuoto è sovrano.

Il vecchio castagno, scambiandosi sguardi con i tulipani,
raccontò cosa successe nei tempi della fioritura
di queste puerili, fragili Sakura.
I fiori di ciliegi hanno capito la sciagura
poi, abbassando con tristezza i rami
hanno cominciato a preparare
un lutto di profumo e stupore,
con tinta rosa, dolce e amore,
in un silenzio soave, con calma e dolore.
Sapevano che in Giappone le vallate
abbondano di onde profumate,
che la Cina ha i ciliegi già in fiore
e troppa gente questo anno
che non li vede perché muore...

Per fratellanza, hanno scelto la distanza
e si considerano anche loro in quarantena
con tanto odio per ciò che avvelena
con morte, panico, dolore
la primavera che adesso prendeva vita e colore,
la primavera quando mai nessuno muore.

Un ramo ha fatto un inchino e le condoglianze
e costruì d'un ramo secco un'antenna
per dar speranze che la vita fa alleanze
con la natura pura, com'è la Sakura,
che lo spettacolo lo fa vedere anche se distanze
dividono con i muri, abbracci, fiori, amici
profumi e colori.

I delicati fiori di ciliegi
hanno detto tutti in coro
persuasivo e con voce bassa:
"Anch'io resto a casa!".
Composta lunedì 9 marzo 2020
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    Scritta da: Christabella del Mar

    Un punto rosso

    Il mondo intero è diventato un paesino
    un punto rosso sulla mappa del destino.
    I confini dei paesi, i mari e gli oceani
    si sono stretti fortemente le braccia, i sogni e le mani.
    I continenti hanno perso i confini bruciando i concetti
    di "insieme" o "vicini"...
    il giorno è notte, la notte è giorno
    la morte è vita, la veglia è sonno.
    La luna abbraccia il sole, il sole stringe e bacia la luna
    la stella che comprende è solo una...
    l'universo cambia l'ora, la storia si trasforma
    in sangue e balade: all'asse della terra
    piangono vene e cascate.
    La bilancia della vita è carica di tombe
    tra nuvole appena nate
    s'inchina e si rompe.

    Inutile parlare...
    nessuno vuole guardare.
    All'improvviso il mondo, né rosso, né rotondo
    spezzò in due tutto: veleno e antidoto.
    Un paradosso che fa male alla mente
    è la delusione che mi prende
    pensando che in questo mondo
    non c'è bilancia giusta, non c'è modo
    per misurare ogni frodo, che ritmi strani la inchina
    verso il male che fa rima con tutto ciò che ci decentra
    dalla giustizia divina.
    Bilancia onesta non ci trovo tra le parole e concetti,
    perché bilancia è bilancia solamente
    quando astuta, misurando beffa, mente.
    Un punto rosso ci rimane ancora il mondo
    fin quando la bilancia farà il giusto conto.
    Composta giovedì 19 marzo 2020
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      Scritta da: Christabella del Mar
      Tutti tornano
      dove si sono sentiti amati.
      In macchina. In bici.
      In ginocchio.
      In una casa. In una via.
      In un paese. In un cimitero.
      Tutti tornano
      dove si sono sentiti amati.
      Presto. Tardi. Fra tanto tempo.
      Da piccoli. Da grandi. Da vecchi.
      Ridendo. Piangendo. Impauriti.
      Ma tutti tornano
      dove si sono sentiti amati
      In un ricordo. In un pensiero.
      In un abbraccio. In un sogno.
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        Scritta da: Christabella del Mar
        Pensavo si dovesse solo correre
        correre e basta,
        è questo che ho imparato a scuola
        correre per entrare in classe in orario
        correre per consegnare il compito in tempo

        pensavo che si dovesse fare questo
        solo questo,
        così mi hanno educato a casa,
        correre, se vuoi diventare il primo
        e correre per non farsi prendere mai

        pensavo fossimo fatti di corsa
        di solo corsa,
        è questo che mi hanno insegnato a lavoro
        correre per raggiungere traguardi più alti
        correre per non lasciare tempo agli altri

        ma io, accanto a me
        ho trovato anche una vita lenta
        una vita che a volte si stanca
        a stare al passo con chi corre

        una vita che ha anche bisogno
        di piccole pause
        di cene a lume di candela
        panchine vista tramonto
        libri che parlano di cuori

        ho trovato davanti a me
        una vita che vuole anche il tempo
        di fermarsi un po'
        per vedere quanto cuore ancora
        gli batte dentro.
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          Scritta da: Christabella del Mar
          Amica mia
          se ti senti triste
          chiamami
          che sia mezzogiorno
          che sia mezzanotte
          ricorda,
          preferisco stare sveglio con te
          che dormire scomodo
          tra i presentimenti atroci

          amica mia
          se perdi
          tu chiamami
          che io ti porto a festeggiare qualcos'altro
          guarda che cielo pulito oggi
          guarda il mare, sembra una piscina
          che bella quella madre che abbraccia il figlio
          guarda quei due, si baciano davanti a un caffè
          ti ricorderò, amica mia
          che c'è sempre un punto di vista
          degno di festa

          tu chiamami, amica mia
          che io non ci metto tanto
          a spiegarti
          che perdere non è fallire,
          perdere è solo
          vincere alla prossima

          amica mia
          se stai vivendo momenti di merda
          periodi tosti
          giornate tristi
          tu chiamami, a qualsiasi ora
          ci beviamo un vino insieme
          da lontano.
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            Scritta da: Christabella del Mar
            Che cos'è che in aria vola?
            C'è qualcosa che non so?
            Come mai non si va a scuola?
            Ora ne parliamo un po'.

            Virus porta la corona,
            ma di certo non è un re,
            e nemmeno una persona:
            ma allora, che cos'è?

            È un tipaccio piccolino,
            così piccolo che proprio,
            per vederlo da vicino,
            devi avere il microscopio.

            È un tipetto velenoso,
            che mai fermo se ne sta:
            invadente e dispettoso,
            vuol andarsene qua e là.

            È invisibile e leggero
            e, pericolosamente,
            microscopico guerriero,
            vuole entrare nella gente.

            Ma la gente siamo noi,
            io, te, e tutte le persone:
            ma io posso, e anche tu puoi,
            lasciar fuori quel briccone.

            Se ti scappa uno starnuto,
            starnutisci nel tuo braccio:
            stoppa il volo di quel bruto:
            tu lo fai, e anch'io lo faccio.

            Quando esci, appena torni,
            va a lavare le tue mani:
            ogni volta, tutti i giorni,
            non solo oggi, anche domani.

            Lava con acqua e sapone,
            lava a lungo, e con cura,
            e così, se c'è, il birbone
            va giù con la sciacquatura.

            Guarda se mamma, o papà,
            quando torna, se le lava.
            Digli "Ok!" Se lui lo fa,
            e alla mamma dì: "Sei brava!"

            Non toccare, con le dita,
            la tua bocca, il naso, gli occhi:
            non che sia cosa proibita,
            però è meglio che non tocchi.

            Quando incontri della gente,
            rimanete un po' lontani:
            si può stare allegramente
            senza stringersi le mani.

            Baci e abbracci? Non li dare:
            finché è in giro quel tipaccio,
            è prudente rimandare
            ogni bacio e ogni abbraccio.

            C'è qualcuno mascherato,
            ma non è per Carnevale,
            e non è un bandito armato
            che ti vuol fare del male.

            È una maschera gentile
            per filtrare il suo respiro:
            perché quel tipaccio vile
            se ne vada meno in giro.

            E fin quando quel tipaccio
            se ne va, dannoso, in giro,
            caro amico, sai che faccio?
            Io in casa mi ritiro.

            È un'idea straordinaria,
            dato che è chiusa la scuola,
            fino a che, fuori, nell'aria,
            quel tipaccio gira e vola.

            E gli amici, e i parenti?
            Anche in casa, stando fermo,
            tu li vedi e li senti:
            si sta insieme sullo schermo.

            Chi si vuole bene, può
            mantenere una distanza:
            baci e abbracci adesso no,
            ma parole in abbondanza.

            Le parole sono doni,
            sono semi da mandare,
            perché sono semi buoni,
            a chi noi vogliamo amare.

            Io, tu, e tutta la gente,
            con prudenza e attenzione,
            batteremo certamente
            l'antipatico birbone.

            E magari, quando avremo
            superato questa prova,
            tutti insieme, impareremo
            una vita saggia e nuova.
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              Scritta da: Christabella del Mar

              Ma se tutto si fermasse?

              Ma se tutto si fermasse?
              Siamo come un fiume che scorre
              come una galassia che vaga per lo spazio,
              ambendo a un fine a noi ignoto
              ma ritenuto idilliaco.
              Il pensiero proiettato su una meta
              non si accorge dell'ordinario:
              agisce come ha sempre fatto
              come il fiume devia il suo corso
              noi inconsapevolmente
              scorriamo trascinati dal tempo.
              Ma se tutto si fermasse?
              Se qualcosa di insormontabile
              ci rallentasse?
              Allora ci svegliamo e
              di conseguenza reagiamo.
              chi si sente perso
              non avendo più certezze.
              Chi si accorge di ciò che
              naturalmente compiva.
              Chi non comprende la situazione
              e continua come nulla fosse.
              Così, attraverso l'incertezza,
              il panico si balena
              dividendo e danneggiando.
              Dunque il maggior ostacolo
              alla coesione, alla serenità,
              non è più lo scoglio insuperabile
              ma il panico che ci impedisce
              di preoccuparci di chi ci sta intorno.
              Viene meno l'idea degli altri
              superata dal egoismo.
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