Le migliori poesie inserite da Marco Nuzzo

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Scritta da: Marco Nuzzo

Di-amante

Dolce nettare, d'ambrosia e d'idromele,
profumato, bollente,
questo è la tua bocca mentre sfiora la mia,
vorace la invochi, leccandone la polpa,
e suggelli in un istante il desiderio,
la fame che ho di quell'essenza...
l'essenza di te...
nel buio arranco, cercando le tue mani,
attento a non tradire l'ardire che mi turbina dentro,
e che la violenta bramosia della tua carne
t'inviterebbe a respingermi,
eppure è una vampa dentro,
e nasconderlo m'è arduo;
potrei navigare i sette mari
e varcare le soglie del tempo
e camminare nel vuoto infinito,
ma non privarmi del fulcro del mio essere,
non orbarmi della perla dei miei occhi,
diamante, non spogliarmi di te.
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    Scritta da: Marco Nuzzo

    Mistral

    Parlami, sull'echeggiare di onde
    che cullano il mio lento, profondo respirarti,
    baciami, freddo Mistral,
    e scaglia la bianca schiuma di mare
    sull'arida scogliera...
    come trema l'erba, alle urla del vento,
    impetuoso, violento,
    sei così simile alla mia anima,
    fredda, incostante, incontenibile,
    nel suo vagabondare solitaria,
    assorta nell'infinita tempesta dei pensieri,
    troppo fugaci, repentini,
    eppur per un istante così chiari,
    pescatori e albatross si contendono l'ultima pesca
    prima di cercare l'effimero riparo
    forse è ora di rientrare...
    è bello ascoltarti mentre guardo alla finestra,
    e resto in ascolto, ammaliato,
    del prossimo ruggito di mare.
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      Scritta da: Marco Nuzzo

      Angelo del deserto (sogno di un viaggio)

      Calde, sensuali note
      di profumi d'oriente,
      toni speziati e tenui insieme,
      liberi nell'aria,
      tra colori di tende di seta e arazzi...
      traspare quel viso,
      velato dal lungo, scuro sari
      che il vento del deserto,
      arido e secco,
      stira sulla bruna pelle,
      decantando del tuo corpo, le forme,
      sinuose, celestiali,
      ed i tuoi occhi d'ebano,
      contrasto e armonia con l'universo intorno,
      s'io avessi avuto ali
      ne avrei fatto dono a te,
      angelo di un paradiso perduto,
      e ora spiccheremmo il volo;
      s'io avessi avuto petali
      di orchidee e passiflora,
      avrei ornato il tuo capo...
      ora già manca il velluto delle tue mani,
      che sinuose volteggiano quando discorri...
      già manca il tuo corpo,
      che flessuoso
      balla tra le musiche dei sitar e degli esraj,
      angelo del deserto,
      preziosa perla di giada,
      ascolta il mio grido lontano,
      che come una palla di fuoco
      squarcia il cielo ad occidente,
      e s'infrange su quella magica sabbia ai tuoi piedi,
      fra rose del deserto a me distanti,
      tra orme, che il vento celerà a nuovi, ignari viandanti.
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        Scritta da: Marco Nuzzo

        L'indelebile

        Pagine di storia sulla colla, fissata nei pensieri,
        e che vorrei lavar via appena sale l'ultimo alito di vento,
        eppure non ti muovi, e t'immergi nel morboso ricordo
        che mi angoscia e neutralizza;
        temo per questo cuore,
        che pavido e claustrale ancora spera e mi percuote,
        protetto nel suo misero guscio di carne e ossa...
        manchi a questi occhi,
        splendida, stupida creatura
        e forse ad ogni parte di me,
        ad ogni tessera di questo corpo
        e in ogni squarcio della mia vita,
        solitario volo,
        gabbiano su questo oceano di memorie in burrasca
        travisate le mie ali,
        che arrancano per sostenersi nel cielo,
        mentre le onde di questa tempesta
        s'infrangono dure sugli scogli della mia memoria.
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          Scritta da: Marco Nuzzo

          Dentro i miei scrigni

          Anguilleschi, fuggevoli, ebbene presenti nell'aria,
          respiro i profumi di rosa e mughetto
          che ostinatamente libri nel'ameno vento di primavera,
          traboccanti dal tuo voluttuoso corpo,
          dal tuo essere donna, candida e abile ammaliatrice,
          per i sensi impetuosi di un uomo,
          spiazzato dall'incanto di cotante flautate movenze,
          che più gli occhi, catturati e prigionieri non discosto,
          eccitato dal canto della tua sublime voce
          che il vento conduce alle mie orecchie,
          alzandosi dalla fertile terra in cielo...
          ebbrezza al tatto delle tue mani affusolate,
          che sincere riscaldano il cuore...
          devastanti i miei pensieri, che ho paura di dire,
          e che per il forte ardire tengo in me, dentro scrigni segreti...
          la chiave è tua, se la vuoi,
          ma non arretrare quando li aprirai, t'avverto,
          non fuggire,
          quando la luce t'abbaglierà più dell'oro.
          Composta domenica 13 dicembre 2009
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            Scritta da: Marco Nuzzo

            Espressioni matematiche malinconiche

            Siamo io e te,
            fattori
            di sommatorie
            sottratte
            a paradisi incostanti,
            perduti
            su isole del cuore
            da dove
            costruisco ponti
            mentre tu
            scavi gallerie
            per incontrarmi
            all'infinito
            di idee adiacenti,
            semmai forse
            condivise
            tra graffe
            e sorrisi
            a forma di parabole
            e/o parentesi tonde
            orizzontali,
            nelle espressioni
            inespresse,
            taciute,
            per astratto benessere
            di noi,
            giudici giudicati,
            divisibili per muri
            con pareti di carta
            che spengono luci
            ormai difficili
            d'elevarsi a potenza.
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              Scritta da: Marco Nuzzo

              Dolce, amaro settembre

              Limati da mani esperte,
              gli intarsi scavati dentro memorie
              e posti in teche d'argento
              non dissolvono ingialliti ricordi,
              né attenuano la brusca assenza

              ma i lampi di luce sulle coste
              non esaltano più
              la stigma nella rena,
              estinta nelle onde indifferenti
              e licenziata nel mare,

              sei ancora chiaroscuro,
              lambito da pennelli d'acqua
              sostenuti da labili dita,
              che si sciupano
              nell'eco di voli siderali
              ed armoniose elegie

              colpa mia? Colpa tua?
              Non importa saperlo,
              ma filtro l'inchiostro e le lacrime
              in parole austere,
              su pagine di vita
              ferme al giorno
              di un dolce, amaro settembre.
              Composta martedì 5 gennaio 2010
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                Scritta da: Marco Nuzzo

                Album

                Laconiche foto,
                che più non m'identificano
                su immagini foderate da cenere,
                d'ingialliti ricordi,
                eclissati dal grande tiranno;

                eccomi, tripudiante,
                glorioso negli occhi,
                radioso nel sorriso,
                irreprensibile, nei brevi istanti...
                è un'altra vita catturata;

                m'invidio e mi secco;
                vorrei confidarti,
                ragazzino stolto,
                quanto male ti farà
                leccarti ferite tra le spine;

                l'immortalità della delizia tua
                presto avrà degna sepoltura,
                ma goditela, l'innocenza,
                gustala finché puoi,
                che il tramonto non tarda a venire.
                Composta giovedì 7 gennaio 2010
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                  Scritta da: Marco Nuzzo

                  L'aridità del mare

                  Bella lo eri,
                  e da impazzire,
                  coi sorrisi scuciti
                  tra fili di zucchero a velo
                  e forti risate,
                  ti soffiavo i pensieri,
                  sopra le giostre
                  ferme su spigoli
                  dei cerchi
                  nati da pietre nell'acqua
                  estinte su fondi,
                  di occhi bagnati
                  e presto seccati dal sole,
                  lacrime stanche,
                  partite per sempre
                  non tornano indietro più
                  e lampi,
                  sul diario
                  ritratto nei pensieri
                  abbagliano di sfuggita
                  labbra da baci di ciliegia
                  sopra visi bianco latte,
                  dove candida è la terra,
                  biscotto di coltivata gioia
                  che non dona più frutti...
                  e mi convinco allora
                  dell'aridità del mare.
                  Composta sabato 30 gennaio 2010
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                    Scritta da: Marco Nuzzo

                    Tai Chi

                    Lento è l'incedere di questi passi,
                    le lunghe ombre si traspongono,
                    leggere, soavi,
                    atavici i gesti,
                    che mi riportano
                    in luoghi lontani,
                    a tempi remoti,
                    e m'inducono a meditare.
                    Sono acqua e sono fuoco,
                    sono legno e metallo,
                    sono madre terra e padre cielo.
                    Apro le porte
                    al mio profondo essere,
                    apro la mente
                    ai guerrieri del passato,
                    mi fondo
                    con la natura intorno...
                    sono in pace
                    e in armonia
                    con me stesso.
                    Composta lunedì 4 gennaio 2010
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