Poesie inserite da Marilisa Menegatti

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Scritta da: Marilisa Menegatti

03 Marzo 2022 13:43

Ci sono anime vigili
impossibili da trapassare.
Anime così belle
da non farsi mai dimenticare.
Entrano nel cuore
Senza volontà propria.
La libertà dell'amore
è la sua interpretazione.
Tu,
anima vagante
viaggi nella mia memoria
come fossi un marinaio
e liberi i miei occhi
da un velo oscuro
con un sorriso
senza maliziosa frenesia.
Il senso del tuo essere
è racchiuso in te stesso.
Nella gentilezza del tuo sguardo,
io vedo un mondo
limpido e fiero.
Mi lasci senza fiato.
Io balbetto nel frattempo
ma vorrei solo dirti:
"mi sei seriamente mancato"
Ogni giorno.
Ogni ora.
Ogni anno.
Composta giovedì 3 marzo 2022
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    Scritta da: Marilisa Menegatti

    Il tuo sorriso

    La mancanza
    è un blocco di ghiaccio.
    Non la percepisci
    finché non si scioglie
    o si scaglia brutalmente
    in blocchi sull'asfalto.
    La tua risata risuona
    all'interno delle pareti.
    Attraversando le due dimensioni obbligate.
    Rimanendo impressa
    negli occhi di chi la guarda
    nelle orecchie di chi ascolta.
    Così,
    penso al tempo,
    quello perduto in scuse,
    in promesse non mantenute,
    sentendomi in colpa.
    Ora,
    chiedere scusa
    è una banale finta liberazione.
    Le cose vanno fatte
    nel tempo e nel luogo esatto
    precisamente, né prima, né dopo una sensazione.
    La vita soccombe
    al suono d'una falce,
    senza lasciar spazio
    alle cose lasciate in sospeso.
    Così tu parti
    lasciandoci qui,
    inermi,
    dubbiosi.
    Il dolore è una follia reale
    una cicatrice sanguinante.
    Eppure,
    il tuo sorriso
    continua ad apparire nella mente,
    rendendoci il cammino
    un po' più leggero,
    di fronte ad una vita
    probabilmente già colma
    di peccati da scontare.
    L'inferno non esiste
    Il paradiso nemmeno,
    ma il Vostro Amore
    è reale in tutte le dimensioni esistenti,
    così,
    come reale è, e sarà sempre
    nella memoria del corpo e dell'anima,
    il tuo incessante sorriso,
    che vaga indisturbato,
    abbattendo le barriere
    tra spirito invisibile
    e il tangibile spazio terrestre.
    Composta domenica 8 agosto 2021
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      Scritta da: Marilisa Menegatti

      19 giugno 2021 21:58

      Letteralmente esausta
      da una vita di sensazioni.
      Rinnego gli errori recenti
      che mi hanno portata al vuoto.
      Eppure
      Le suole mi conducono
      sempre verso la fine.
      Nessun'arma può sconfiggere
      i miei pensieri
      le mie crisi.
      Mi sento un peso
      per me stessa e gli altri.
      Sento il mondo evadere
      da un sogno che non esiste
      dalla virtù del mondo
      e dai suoi antenati.
      Voglio rinascere
      nel suono di un'arpa
      come un vuoto d'un bagliore
      che esplode senza limiti
      dentro un'ombra di sussurri.
      Composta sabato 19 giugno 2021
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        Scritta da: Marilisa Menegatti

        26 febbraio 2021 04:50 - ALIENA

        Intrigante e presuntuosa
        questa continua ricerca del vuoto.
        Questo buttarmi nello strapiombo
        appena vedo un piccolo spazio oltre il limite.
        Le note
        disintegrano i miei pensieri
        ma amplificano il mio dolore
        riportando alla luce
        Costanti visualizzazioni inutili.
        Se il presente non mi comprende
        come posso io capire me stessa?
        Se la mia vita è costituita da larve mentali
        come posso pensare di viaggiare oltre?
        Mi sto corrodendo,
        come si corrodono le ossa nella vecchiaia.
        Come il ferro
        al troppo contatto con l'acqua.
        Il mio cuore si arrugginisce
        diviene ghiaccio
        nel vuoto di una illusione
        basata su una quotidiana abitudine.
        L'amore è un'incognita.
        Una blanda ossigenazione della mente.
        Essa si annulla oltre la mera fisicità
        Oltre l'inutile incontro tra calore effimero
        tra carni e sorrisi.
        Che senso ha vivere in questo mondo
        se il mondo stesso non mantiene nessuna promessa?
        Mi sento come oppressa.
        Ammutolita.
        Inerme.
        Come una paziente psichiatrica
        dopo un elettroshock fatto male.
        Il risveglio è brusco
        il dolore è lacerante.
        Le persone non cambiano,
        non si adeguano,
        non ambiscono ad altro che le proprie vite
        costernate di quotidianità
        bestemmie
        insensate ansie
        senza empatia.
        Vorrei far parte del mare
        un'onda in mare aperto
        per poter vagare lontano
        senza dar spiegazione della mia ambizione.
        Senza limiti.
        Mi sento incatenata in un circolo vizioso.
        Legata da catene ben salde
        rinchiusa in una campana di vetro.
        Vorrei levitare
        in una dimensione opposta.
        Sollevarmi.
        Elevarmi oltre il sole.
        Ma vedo una palla di piombo
        incatenata alle mie gambe.
        Quindi lentamente
        mi scavo un piccolo antro
        un rifugio
        da me stessa
        e dal resto del mondo circostante.
        Le mie mani
        sono quattro
        due coprono il viso per non vedere
        e due le orecchie,
        per non sentire le bugie della vita.
        Non sono fatta per questo mondo
        Non sono fatta per questo vuoto
        Aliena
        in un mondo che non conosco.
        Composta venerdì 26 febbraio 2021
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          Scritta da: Marilisa Menegatti

          16/02/2020 16:17

          Lentamente,
          vago,
          come il vento quando sfiora le foglie,
          in una mattina d'autunno.
          Attraverso lande desolate e cupi paesaggi, offuscati da ostinate nubi,
          colme di pioggia e di gelo.
          Un miraggio appare alla vista,
          ma si dissolve come un'isola nel deserto.
          Il vuoto.
          Il nulla.
          Davanti a me le miglia di terreno non valgono più di un sussulto.
          È come se fossi congelata,
          in un mondo che vive al sole.
          Respiro, ma non vivo.
          Urlo, ma non parlo.
          Corro, ma resto immobile.
          Tutto accade, in un sogno vietato dalla realtà.
          In un contorto limbo tra bugie e verità.
          Boccheggio,
          nel silenzio.
          Come un pesce in attesa di essere pescato.
          Sopravvivo.
          Composta martedì 16 febbraio 2021
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            Scritta da: Marilisa Menegatti

            20 ottobre 2020 14:30

            Leggera è la mente
            di coloro che ignorano
            il costante turbinio di moltitudini
            che si abbatte nel suolo
            infrangendosi in comuni polveri sottili.
            Pesante è il tocco
            di mani insensibili.
            Esse non guardano l'animo,
            non osservano.
            Vedono solo loro stesse riflesse
            negano la verosimile realtà
            di un dono che non hanno.
            L'empatia.
            Composta martedì 20 ottobre 2020
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              Scritta da: Marilisa Menegatti

              13 novembre 2019 03.50

              Dissolta
              In un mondo che non conosco.
              Non comprendo
              Tutto questo accanimento.
              Se aiuto non aiuto
              Se non aiuto divengo egoista.
              Ed il senso del vuoto
              Aumenta le sue fauci
              Alimentando l'inutilità
              D'una vita mai compresa.
              Chi sono io?
              Di chi sono tali tende aranciate?
              Le giallastre mura rimembrano casa
              Ma altrove essa si nasconde.
              Indosso la felpa sua,
              Ma lui non è qui.
              Sento piangere i miei cuccioli
              Ma lontani son dal mio rifugio.
              Tal luogo
              Una galera
              Una sicurezza
              Una scappatoia.
              Nessuno spera che le sorti cambino
              Ma che il mio corpo crolli
              In tal scalata.
              Comprendo la pazzia più d'una finta normalità.
              Questo è il mio luogo?
              Qui dovrei restare?
              O fuorì
              Lì, in mezzo ai matti
              D'una normalità ormai stereotipata?
              I dilemmi dell'animo
              Infrangono sorti e battaglie.
              Come tornadi distruggono
              Stabilità a fatica costruite.
              Chi sono io?
              Sono pace o guerra
              Sono angelo o demone
              Sono vuoto o lucidità.
              Sono me stessa o la maschera
              D'un finto personaggio altrui?
              Pagliaccio
              Follia amara
              specchio del mio orrido riflesso.
              In tali piastrelle larghe
              Calpestate dal mio passo incerto.
              Se fossi piuma, volerei.
              Se fossi angelo, proteggerei.
              Se fossi Libertà
              Me stessa sarei.
              Ora,
              Sono un'ombra soltanto,
              D'una mancata prospettiva
              Lasciata lì sul bordo
              D'una franabile scogliera d'Irlanda
              In balìa
              Tra la mente
              La ragione
              Il sogno
              Il cuore
              L'anima
              Ed il pesante corpo esausto
              Che osserva lentamente
              Le onde impetuose del mare
              Scagliarsi con violenza
              Sotto un cielo insaporito di sale.

              © 2019 Marilisa Menegatti.
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                Scritta da: Marilisa Menegatti

                05 febbraio 2019 02:20 - Silenzio

                L'umiliazione
                d'un infermo successo
                pregresso nel tempo.
                Viola la brezza
                di quel simbolico gesto
                che, vispo, passava incauto.
                Quasi affrettato,
                come un semaforo verde
                su una strada affollata.
                Lentamente
                le ombre riaffiorano
                scardinando la porta
                delle certezze.
                D'improvviso i suoi occhi
                divengono vuoti,
                privati di quella luce
                di quella vitalità
                che li colmava inizialmente.
                I suoi gesti
                così scontati
                mi rendono inutile
                un'inerme schiava del tempo.
                Una sorta di ombra di compagnia.
                La mia anima
                ritorna inquieta
                spezzata
                come un ramo appena distrutto
                da un fulmine in un sol istante.
                Il cielo era sereno
                ma non la mente.
                Il senso era chiaro
                ma non il volere.
                Ed ora vago nella notte
                saziandomi di risposte mai date
                di sorrisi finti ricevuti
                di lacrime che non riesco a versare.
                Le ore perse nel progettare
                ciò che solo io sola desideravo.
                Un vincolo pauroso con la vita.
                Una catena ai polsi per la mia arte,
                o forse una gioia per i miei giorni?
                Ahimè,
                la notte lunga
                non porta né consigli,
                Né risposte.
                Solo un lento divagare
                su costumi mai apprezzati
                e dovuti
                da una ambigua sollecita abitudine umana.
                Mai ricambiati
                e mai accettati
                per il solo volgare atto di scontata possessione.
                Sola,
                nella mia testa
                sogno un vivo benessere.
                Sola,
                in mezzo al mondo
                colgo un ridicolo scherno.
                Così desidero il silenzio
                per non sentire.
                Il silenzio
                per non parlare.
                Il buio
                per non vedere.
                Il Silenzio
                per non essere me.
                Silenzio.
                Composta martedì 5 febbraio 2019
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                  Scritta da: Marilisa Menegatti

                  Rabbia

                  La rabbia
                  è solo una coscienza celata
                  in una vita di negazioni.
                  Le menti ribelli
                  vengono assopite
                  per esser gestite.
                  La follia
                  è una condizione.
                  Un limite umano
                  soffocato dal sistema.
                  La violenta sensazione
                  d'esser infermi
                  privi di logica e senso.
                  Resta l'oblìo
                  in questa testa
                  resta la violenza insensata
                  per assopirmi.
                  E di me
                  rimane
                  il nulla
                  come nubi dissolte
                  tra montagne innevate.
                  Composta sabato 18 agosto 2018
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