Poesie preferite da Nadia De Luca

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Scritta da: Silvana Stremiz

Buongiorno, mezzanotte

Buongiorno, mezzanotte.
Torno a casa.
Il giorno si è stancato di me:
come potevo io - di lui?
Era bella la luce del sole.
Stavo bene sotto i suoi raggi.
Ma il mattino non mi ha voluta più,
e così, buonanotte, giorno!

Posso guardare, vero,
l'oriente che si tinge di rosso?
Le colline hanno dei modi allora
che dilatano il cuore.

Tu non sei così bella, mezzanotte.
Io ho scelto il giorno.
Ma, ti prego, prendi una bambina
che lui ha mandato via.
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    Scritta da: Silvana Stremiz

    Notte renana

    M'empie il bicchiere un vino che ha tremori di fiamma
    Udite la canzone lenta d'un battelliere
    Dice di sette donne viste sotto la luna
    Torcersi i capelli verdi e lunghi fino ai piedi

    Alzatevi e in girotondo cantate più forte
    Ch'io più non senta il canto di quel battelliere
    E mettetemi accanto tutte le ragazze bionde
    Col loro sguardo fisso le loro trecce ritorte

    Il Reno s'ubriaca il Reno specchio alle vigne
    Vi cadono a riflettervisi tremando gli ori notturni
    La voce canta sempre da rantolomorirne
    Le fate in verdi chiome che incantano l'estate

    Il bicchiere ha lo schianto d'un romper di risate.
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      Scritta da: Silvana Stremiz

      Ma è il mio cuore amore mio

      I tuoi occhi m'interrogano tristi.
      Vorrebbero sapere i miei pensieri
      come la luna che scandaglia il mare.
      Dal principio alla fine ho denudato
      la mia vita davanti ai tuoi occhi,
      senza nulla celarti o trattenere.
      Ed è per questo che non mi conosci.
      Se fosse soltanto una gemma,
      la romperei in cento pezzi
      e con essi farei una catena
      da mettere attorno al tuo collo.
      Se fosse soltanto un fiore,
      rotondo e piccolo e dolce,
      lo coglierei dallo stelo
      per metterlo nei tuoi capelli.

      Ma è il mio cuore, mia diletta
      Dove sono le sue spiagge e il suo fondo ?
      Di questo regno tu ignori i confini
      e tuttavia sei la sua regina.
      Se fosse solo un momento di gioia
      fiorirebbe in un facile sorriso,
      lo potresti capire in un momento.
      Se fosse soltanto un dolore
      si scioglierebbe in limpide lacrime,
      rivelando il suo più intimo segreto
      senza dire una sola parola.
      Ma è il mio cuore, amore mio.
      Le sue gioie e i suoi dolori
      sono sconfinati, e infiniti
      i suoi desideri e le sue ricchezze.
      Ti è vicino come la tua stessa vita,
      ma non puoi conoscerlo interamente.
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        Scritta da: Elisa Iacobellis

        Orizzonte

        Mare anteriore a noi, le tue paure
        avevano corallo e spiagge e alberete.
        Sbendate la notte e la caligine,
        le tormente ppassate e il mistero,
        si apriva in fiore la Lontananza, e il Sud siderale
        splendeva sulle navi dell'iniziazione.

        Linea severa della riva remota:
        quando la nave si approssima, s'alza la costa
        in alberi ove la lontananza nulla aveva;
        più vicino, s'apre la terra in suoni e colori:
        e, allo sbarco, ci sono uccelli, fiori,
        ove era solo, di lontano, l'astratta linea.

        Il sogno è vedere le forme invisibili
        della distanza imprecisa, e, con sensibili
        movimenti della speranza e della volontà,
        cercare sulla linea fredda dell'orizzonte
        l'albero, la spiaggia, il fiore, l'uccello, la fonte:
        i baci meritati della Verità.
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          Scritta da: Silvana Stremiz

          Che fece... il gran rifiuto

          Arriva per taluni un giorno, un'ora
          in cui devono dire il grande Sì
          o il grande No. Subito appare chi
          ha pronto il Sì: lo dice e sale ancora

          nella propria certezza e nella stima.
          Chi negò non si pente. Ancora No,
          se richiesto, direbbe. Eppure il No,
          il giusto No, per sempre lo rovina.
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            Scritta da: Marilù Rossi

            'A vita

            'A vita è bella, sì, è stato un dono,
            un dono che ti ha fatto la natura.
            Ma quanno po' sta vita è 'na sciagura,
            vuie mm' 'o chiammate dono chisto ccà ?

            E nun parlo pè me ca, stuorto o muorto,
            riesco a mm'abbuscà 'na mille lire.
            Tengo 'a salute e, non faccio per dire,
            songo uno 'e chille ca se fire 'e fà.

            Ma quante n'aggio visto 'e disgraziate :
            cecate, ciunche, scieme, sordomute.
            Gente ca nun ha visto e maie avuto
            'nu poco 'e bbene 'a chesta umanità.

            Guerre, miseria, famma, malatie,
            crestiane addeventate pelle e ossa,
            e tanta gioventù c' 'o culo 'a fossa.
            Chisto nun è 'nu dono, è 'nfamità..
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              Scritta da: Silvana Stremiz

              Cogli Questo Piccolo Fiore

              Io scrissi, un giorno, il suo nome sulla spiaggia,
              ma vennero le onde a cancellarlo;
              lo scrissi di nuovo, con l'altra mano;
              ma venne la marea a depredare le mie fatiche.

              "Uomo sciocco - mi disse Lei - che tenti invano
              d'immortalare una cosa mortale:
              poiché io stessa perirò allo stesso modo,
              e persino il mio nome sarà cancellato".

              "No - risposi - lascia che siano le cose meschine
              a morire e farsi polvere; tu invece vivrai nella gloria:
              i miei versi eterneranno le tue rare virtù
              e scriveranno nei cieli il tuo nome glorioso.
              E nei cieli, mentre la morte abbatterà il mondo intero,
              vivrà il nostro amore, rinnovando un'altra vita".
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