Poesie inserite da duska


Scritta da: duska

Sogno di un'estate lontana (La trebbia)

Sogno di un'estate lontana
tra sogni sognati e fasci di
grano ammucchiati

Mani operose
spighe mutate
steli di paglia
sull'aia recisi
raggi di sole
che brucia

Fiume dorato
di chicchi veloci
vien giù dalla trebbia
cantando
e nuvola leggera
di polvere odorosa
nell'aria sospesa

Lunghi crepuscoli festosi

Gridi di bimbi
suoni di tamburelli
musica tremula
di fisarmonica
intrecci di balli
e cuori palpitanti

Sogno di un'estate lontana
caldo soffio di un giorno generoso
mai più ritrovato.
Composta lunedì 21 luglio 2003
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    Scritta da: duska

    Prima un boato

    Come sono basse oggi le nubi.
    Tutto spezzato, ucciso, capovolto
    sotto il segno dell'ariete. Con rottura.

    Case, chiese, scuole
    su una roccia in pendenza hanno paura
    come tant'altre di precipitare.

    Dalla polvere un cane ulula fermo,
    categorico e breve il richiamo
    al suo padrone. Non è felice di
    ritrovare al mattino intorno a sé
    un cielo nero e polveroso.

    Io piango.
    Grido sui passi spenti dei fratelli
    miei poveri d'Abruzzo.

    E prendo la mia terra nella mano,
    calpesto la sua nebbia, ne raccolgo
    le parole perdute, una bambola, un sospiro
    che reclamano la vita.

    Tu non sai: quelle case, quelle chiese,
    quelle fonti, quei pascoli, quei curvi
    lampioni - anche se spenti -
    - tra queste ore lente -, quelle valli,
    quei monti: quelle lacrime, quei morti!

    Sono le nostre luci, i nostri cuori,
    nostri unici spenti segnalibri.

    Perché ci sono nella vita cose
    che si possono capire
    solamente in ginocchio.
    Composta lunedì 6 aprile 2009
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      Scritta da: duska

      Figlio, perché ti ho perso

      Figlio, perché ti ho perso.

      Perché uscisti dalla tua anima per
      il mare aperto e non riesco
      ancora a vederti:

      Io non so dove cercarti.

      Ti potrei cercare invano in una carezza,
      in un sorriso o nei tuoi vestiti;
      ma tu non sei più lì.

      Tu vivi dove il tempo è senza tempo,
      la luce è senza amore e per me è
      smarrimento.

      Dicono che lì, sirene trionfanti,
      cantano incessanti ai terrazzi di
      lusinghe
      e che voi, orda di vite annebbiate,
      danzate a cerchio, esausti, tutta la notte.

      Sui bordi dei loro fuochi fatui.

      Dicono che il tuo cuore
      se lo spartiscono esseri privi d'amore
      con la coscienza mascherata.

      Figlio, che ti ho perso!

      E ti ritrovo offeso e sconfitto.
      Disteso sull'erba dolce e il tappeto di pietra,
      tra gente che va, piena e vuota, vuota e piena
      e copre d'insulto i tuoi occhi già spenti.

      Figlio, ecco la mia mano.

      Dio mio, come sono lunghi i tuoi capelli!
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        Scritta da: duska

        Sulla riva dei nostri sogni

        E ci ritroviamo ancora qui.

        A spianare le rughe,
        in mano il silenzio delle nostre solitudini.

        A ripassare le dita sull'arpa dei nostri sogni,
        a fare il conto su ciò che abbiamo perso
        e ciò che abbiamo guadagnato,
        in questo mattino che sa di primavera.

        E ci ritroviamo ancora qui.
        Dietro tramonti logori di nostalgia,
        a disquisire sul dolceamaro del tempo,
        scivolato tra le dita come grani d'un rosario.

        A parlare della nostra giovinezza,
        del ballo del mattone, delle illusioni,
        dei cuori accesi a rincorrere miraggi e sogni,
        ascoltando Elvis senza capire le parole.

        E siamo qui come ieri.
        A dirci madri, non più figlie,
        a reggere un passato che non paga,
        a chiederci se è giusto o se conviene
        rinchiudersi nel limbo che lenisce le pene,
        dove la coscienza rifiuta il dolore,
        le porte del cuore si chiudono a nuovi amori.

        O tentare di ricacciare i fantasmi:
        v i v e r e pur sapendo di morire,
        a m a r e pur temendo di soffrire e
        attendere l'alba... finché l'ultima stella riaccende il sole,
        che illumina,
        chiarisce ogni ombra.

        Dolcemente.
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