Poesie preferite da Addhy

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Scritta da: Marco

Versi di Congedo, a vietarle il lamento...

Siano pur due, lo sono come i rigidi
gemelli del compasso sono due:
la tua anima il piede fisso che all'apparenza
immoto muove al moto del compagno.

E, se pure dimori nel suo centro,
quando l'altro si spinge lontano,
piega e lo segue intento,
tornando eretto quando torna al centro.

Così tu sei per me che debbo, simile
all'altro piede, obliquamente correre:
con la tua fermezza chiude giustamente il mio cerchio
e al mio principio mi riporta sempre.
Composta domenica 11 ottobre 2009
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    Scritta da: Cheope

    Infinità d'amore

    Se ancor non ho tutto l'amore tuo,
    cara, giammai tutto l'avrò;
    non posso esalare un altro sospiro per intenerirti,
    né posso implorare un'altra lacrima a che sgorghi;
    ormai tutto il tesoro che avevo per acquistarti
    - sospiri, lacrime, e voti e lettere - l'ho consumato.
    Eppure non può essermi dovuto
    più di quanto fu inteso alla stipulazione del contratto;
    se allora il tuo dono d'amore fu parziale,
    si che parte a me toccasse, parte ad altri,
    cara giammai tutta ti avrò

    Ma se allora tu mi cedesti tutto,
    quel tutto non fu che il tutto di cui allora tu disponevi;
    ma se nel cuore tuo, in seguito, sia stato o sarà
    generato amor nuovo, ad opera di altri,
    che ancor possiedono intatte le lor sostanze, e possono di lacrime,
    di sospiri, di voti, di lettere, fare offerte maggiori,
    codesto amore nuovo può produrre nuove ansie,
    poiché codesto amore non fu da te impegnato.
    Eppur lo fu, dacché la tua donazione fu totale:
    il terreno, cioè il tuo cuore, è mio; quanto ivi cresca,
    cara, dovrebbe tutto spettare a me.

    Tuttavia ancor non vorrei avere tutto;
    chi tutto ha non può aver altro,
    e dacché il mio amore ammette quotidianamente
    nuovo accrescimento, tu dovresti avere in serbo nuove ricompense;
    tu non puoi darmi ogni giorno il tuo cuore:
    se puoi darlo, vuol dire che non l'hai mai dato.
    il paradosso d'amore consiste nel fatto che, sebbene il tuo cuore si diparta,
    tuttavia rimane, e tu col perderlo lo conservi.
    Ma noi terremo un modo più liberale
    di quello di scambiar cuori: li uniremo; così saremo
    un solo essere, e il Tutto l'un dell'altro.
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      Scritta da: Cheope

      Elegia XIX: andando a letto

      Vieni, mia Donna, vieni mio vigore sfida di ogni riposo,
      finché mi affanno resterò in affanno.
      Spesso il nemico avendo il suo nemico in vista
      dalla sola presenza vien fiaccato, anche se non combatte.
      Getta pur quel cinto che splende simile allo Zodiaco,
      ma che nasconde al mio sguardo un mondo assai più bello.
      Togli gli spilli dal pettorale cosparso di lustrini,
      così che gli occhi dei maliziosi vi si possono fermare.
      Slacciati, perché quell'accordo armonioso
      mi dice di esser già l'ora di recarsi a letto.
      Via quel busto felice, che invidio,
      perché può starti così stretto.
      E via la gonna che svela una tanto bella condizione,
      come quando dai campi fioriti l'ombra dei colli si fugge.
      Via il diadema tenace, ed esso mostri
      il diadema fluente dei capelli che da te si leva:
      e ora via quelle scarpe, posa il tuo piede libero
      in questo sacro tempio dell'amore, su questo soffice letto.
      In vesti così bianche che gli Angeli del cielo erano soliti
      essere accolti dagli uomini; Angelo, conduci insieme a te
      un cielo simile al Paradiso di Maometto; e sebbene
      cattivi spiriti biancovestiti passino, noi facilmente riconosciamo
      questi Angeli da uno spirito malvagio,
      quelli rizzano i nostri capelli, ma questi ci rizzano la carne.

      Dona licenza alle mie mani erranti, lasciale andare
      avanti e indietro, in mezzo, sopra e sotto.
      Oh mia America! Mia nuova terra scoperta,
      mio regno, più sicuro se solo un uomo lo domina,
      miniera di pietre preziose, mio Impero,
      come sono benedetto in questo mio scoprirti!
      Entrare in questi ceppi significa essere liberi;
      dove metto la mia mano sarà il mio suggello.

      Completa nudità! Tutte le gioie a te sono dovute,
      come le anime si separano dal corpo, così i corpi si devono spogliare
      per gustare la gioia interamente. Le gemme che voi donne usate
      sono come i miei dorati pomi d'Atlanta, davanti allo sguardo degli uomini,
      tali che quando l'occhio di uno stupido s'illumina a una gemma
      la sua anima terrena non vuole la donna, ma vuole i suoi beni.
      Come dipinti, o come gaie rilegature di libri
      fatte per i profani, così sono le vesti delle donne;
      in sè le donne sono libri mistici che solo noi,
      fatti degni della loro grazia, vediamo rivelati.
      E poiché io sono chiamato a conoscere tanto,
      liberamente mostrati come a una levatrice;
      getta via tutto, si, getta i tuoi bianchi lini:
      all'innocenza nessuna penitenza è mai dovuta.

      Per insegnarti, per primo ecco son nudo; allora dunque,
      per coprirti che altro ti occorre più di un uomo?
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