Poesie inserite da Silvana Stremiz

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Scritta da: Silvana Stremiz

Margaret Fuller Slack

Sarei stata grande come George Eliot
ma il destino non volle.
Guardate il ritratto che mi fece Penniwit,
col mento appoggiato alla mano e gli occhi fondi —
e grigi e indaganti lontano.
Ma c'era il vecchio, l'eterno problema:
celibato, matrimonio o impudicizia?
Venne il ricco esercente John Slack,
con la promessa che avrei potuto scrivere a mio agio,
e io lo sposai, misi al mondo otto figli,
e non ebbi più tempo per scrivere.
Per me, comunque, era tutto finito
quando l'ago mi trafisse la mano
mentre lavavo i panni del bambino,
e morii di tetano, un'ironica morte.
Anime ambiziose, ascoltate,
il sesso è la rovina della vita!
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    Scritta da: Silvana Stremiz

    Costance Hately

    Tu lodi il mio sacrificio, Spoon River,
    perché allevai Irene e Mary,
    orfane di mia sorella!
    E biasimi Irene e Mary
    perché mi disprezzarono!
    Ma non lodare il mio sacrificio,
    e non censurare il loro disprezzo;
    io le allevai, ebbi cura di loro, è vero! —
    ma avvelenai questi benefici
    col costante rinfaccio della loro dipendenza.
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      Scritta da: Silvana Stremiz

      Lydia Puckett

      Knowlt Hoheimer se ne andò alla guerra
      il giorno prima che Curl Trenary
      denunciasse davanti al pretore Arnett
      quel furto di porci.
      Ma non è questa la ragione per cui si fece soldato.
      Mi sorprese che scherzavo con Lucius Atherton. Bisticciammo e gli dissi
      di non venirmi più tra i piedi.
      Allora rubò i porci e andò alla guerra ——
      dietro a ciascun soldato c'è una donna.
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        Scritta da: Silvana Stremiz

        Dorcas Gustine

        Non ero amato dagli abitanti del villaggio,
        tutto perché dicevo il mio pensiero,
        e affrontavo quelli che mancavano verso di me
        con chiara protesta, non nascondendo né nutrendo
        segreti affanni o rancori.
        È assai lodato l'atto del ragazzo spartano,
        che si nascose il lupo sotto il mantello,
        lasciandosi divorare, senza lamentarsi.
        È più coraggioso, io penso, strapparsi il lupo dal corpo
        e lottare con lui all'aperto, magari per strada,
        tra polvere e ululi di dolore.
        La lingua è magari un membro indisciplinato —
        ma il silenzio avvelena l'anima.
        Mi biasimi chi vuole — io son contento.
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          Scritta da: Silvana Stremiz
          Sognando di scoprire universi sconosciuti... abbandono i miei sensi alla follia della passione... ossessionata dalla tua magnetica sensualità... arde il desiderio di possedere la tua mente... giocando con i tuoi sogni proibiti... alimenta la mia fiamma e scalda i tuoi sensi... libera i tuoi pensieri e abbandona il tuo corpo... vivi con me...
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            Scritta da: Silvana Stremiz

            Silenzio Eterno

            Un tonfo, un urlo,
            e poi silenzio.
            Mi cingo in ginocchio...
            perso nel vuoto
            l'ultimo alito di vita.
            Attonita, estranea, disperata,
            mi guardo intorno:
            non c'è più nulla,
            a terra corpi senza vita,
            mentre sale dal cielo
            il fumo di ultimi
            cumuli di cenere.
            Sono accanto al tuo corpo
            e grido,
            mentre le lacrime
            mi rigano il volto, e
            bagnano le tue mani.
            Con le ultime forze
            rimaste, mi sfiori
            la labbra con le dita...
            altruista più di qualsiasi
            essere umano,
            mi regali gli ultimi
            brividi, l'ultima
            dolce e intensa
            rivelazione del tuo amore.
            Poi lentamente
            cade la tua mano,
            ancora il sangue
            scorre fuori dal
            tuo cuore,
            ancora l'ennesimo
            sussulto,
            poi più nulla.
            Mi sono risvegliata
            dall'incantesimo
            della tua carezza,
            e ti vedo
            come tutti gli altri,
            steso sul terreno,
            fermo, freddo, morto.
            Forse mi hai regalato
            quei momenti per
            evitarmi almeno
            per un istante
            la triste e cruda realtà.
            Batto un pugno
            sul suolo, e poi
            cerco di picchiarti,
            ti do del farabutto e
            grido: -Perché te ne sei andato
            senza di me? Perché mi hai lasciata
            sola? Portami con te!-
            Ma tu non rispondi:
            per la prima volta
            il tuo non è
            un tacere di riflessione...
            è un silenzio eterno.
            Guardo i tuoi occhi,
            ma subito li chiudo:
            voglio ricordare la loro
            intensità, li voglio
            ricordare così com'erano...
            capaci d'imbarazzarmi,
            di farmi sorridere, pensare,
            eccitare.
            Con timore ti poso
            una mano sul
            petto... il vuoto,
            non respiri più...
            Non sentirò più il tuo
            respiro sulla pelle,
            non sentirò più la tua
            mano sul mio corpo,
            non sentirò più
            la tua voce
            che mi rilassava,
            mi desiderava.
            Sfinita
            mi accascio su di te,
            ormai non sento più nulla,
            il mondo intorno a noi
            si è dissolto.
            Chiudo gli occhi
            e vedo ancora noi,
            ma per la prima volta
            felici, uniti, insieme.
            Sento ancora il calore
            e il profumo della
            tua pelle, il tuo cuore
            batte ancora,
            i tuoi occhi mi guardano...
            la tua mano prende la mia
            le mie labbra sfiorano
            le tue...
            sono morta lo so...
            ma non ho sentito dolore,
            adesso sono con te.
            Il mondo è finito,
            la vita non esiste più,
            ma per noi, amore mio,
            è appena cominciata.
            Lontani dall'odio, dall'ipocrisia,
            dall'indifferenza,
            adesso siamo io e te,
            solo noi due,
            per goderci la nostra
            felicità eterna.
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              Scritta da: Silvana Stremiz

              Angelo Nero

              Tu con la tua anima
              disperatamente dannata,
              mi hai incatenata, incantata.
              I tuoi occhi scrutano perversi
              il mondo, e profondamente
              lo vogliono, lo cercano.
              Tu non sei che un angelo,
              un angelo dannato,
              destinato ad una vita lugubre,
              buia, eppure vedi una luce
              che ogni mortale ignora,
              hai aperto una porta
              alla sapienza eterna e vera,
              e per questo condannato e
              forse un giorno ingiustamente...
              giustiziato.
              La tua bocca parla
              di cose proibite, di verità censurate,
              critica le assurdità del mondo.
              Eppure tu non sei che un angelo,
              un angelo destinato ad una vita
              solitaria, lunga e dura come
              rigidi inverni.
              Come gelo, la società,
              su di te s'abbatterà per soffocare
              la tua sete di verità e giustizia,
              chiusi nella loro ignoranza,
              non vorranno vedere, non
              vorranno sentire.
              Eppure tu,
              dolce, dannato, triste angelo,
              non farai che aumentare il calore,
              la passione, che dimorano in te,
              che ti danno una ragione per vivere.
              A volte vorresti che mai
              la tua mente fosse stata illuminata:
              è difficile combattere da soli,
              e piangi nel tuo silenzio,
              e un rosso scarlatto scende sulle
              tue guance.
              Gridi, gridi pietà ad una vita più
              volte rinnegata,
              ma tu sei il prescelto, non sei che
              un portatore di felicità, di serenità.
              Eppure vivi nella disperazione,
              nel tuo dolore, mascherandolo,
              nascondendolo a te stesso,
              vivi le pene dell'inferno,
              solo per portare un po' di pace.
              Ma tu, tu non sei che
              un angelo,
              tu sei innocente,
              ma per il mondo sei il male,
              sei le loro paure, sei le loro
              perversioni, sei ciò che rifiutano.
              E per me, non sei che
              l'amore, la passione, il fuoco,
              la sapienza, la verità,
              sei il mio spirito, la mia anima,
              tu che mi proteggi sotto le tue ali,
              che mi guidi con la tua mano,
              che mi parli con gli occhi,
              tu che sei la mia salvezza,
              tu: il mio angelo nero.
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