Scritto da: Silvana Stremiz
A can che fugge, dàgli, dàgli.
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A can che fugge, dàgli, dàgli.
Tutte l'armi di Brescia non armerebbero la paura d'un poltrone.
Tra due poltroni il vantaggio è di chi prima conosce l'altro.
Tal piglia leoni in assenza, che teme un topo in presenza.
Tal minaccia che vive con paura.
Si presta l'armi, ma non il braccio.
Per ogni civetta che si senta cantare sul tetto, non sogna metter bruno.
Ogni timidità è servitù.
Non tutte le volte che si veggono i denti, s'ha paura dè morsi.
Non bisogna fasciarsi il capo prima di romperselo.