Ali umane
"Stai cucendo le tue ali", mi ripeto da sempre, incessantemente. Seppur metaforicamente intendendo, incidere nella propria pelle dellè alì - da far battere - ne consegue anche dolore, non sempre giovamento. E a me, non è importato e né mi importerà se mi saranno costate care perché sono fiera del fatto che dietro di esse si cela la mia vita. Sapranno muoversi perché spirate dal vento dei miei sospiri che sanno di "ce l'hai fatta"; sapranno ambirmi perché ardono della mia volontà di stare sempre un po' più oltre a dispetto dei comuni mortali; sapranno proteggermi perché, tinte dai colori di ogni delusione sfumata, mi renderanno capace di rincorrere la vivezza dei colori di cui necessito; sapranno rendermi sempre umile perché saranno il risultato di tutte quelle volte in cui, da bruco, con aria sognante osservo i superiori, gli esemplari, chiedendomi se ne fossi mai capace. Sono parte di me, raccontano la mia natura così complicata e semplice allo stesso momento per cui: a chi si imbatte nello starmi accanto non garantisco l'usuale ma l'inconsueta bellezza dell'essere. Essere per ciò che si è, accettando ogni cucitura della propria ala sulla quale non farne una debolezza bensì la forza giusta che spinge a volare. Dentro me ho un mondo che non ostento più facilmente perché può essere compreso solo se l'anima, come la mia, pesa. Pesa di sogni, di profondità, di naturalezza. Ho scritto di "comprendere" e non "accettare" perché io, semplicemente mi azzardo a vivere, così.
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