Milite ignoto... Morto in trincea
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Era il 1916, avevo vent'anni quando son morto in trincea.
Non ho un nome, ma potrei averne mille: Bruno di Catanzaro, Claudio di Roma, Alberto di Milano... l'avevo costruita io "la mia trincea", insieme ai miei compagni "forestieri". Sacchi di sabbia, tronchi, filo spinato e il riparo era pronto (avevamo costruito per bene la nostra tomba!).
Di fronte a noi la trincea nemica e tra la nostra e la loro la "Terra di Nessuno"; che "di nessuno" sarebbe rimasta per parecchio tempo.
Passava infatti l'inverno (la pioggia, la neve, il gelo) e poi l'estate (il sole e il caldo soffocante) e noi lì, sempre lì sotto, riparati soltanto dalle nostre mantelline di stoffa pesante che si inzuppavano alla minima pioggerellina e, se il sole non sorgeva, rimanevano così: bagnate fradicie.
Già, non esisteva igiene, convivevamo con fango, sporcizia, pulci e pidocchi. Ci si ammalava per niente e l'ansia e la paura facevano diventar matti (e non è un modo di dire!).
Ciò che ci distruggeva di più, però, era la noia, perché la noia ti fa pensare... che ci faccio qui!?
Per fortuna, ogni tanto, l'ufficiale ci tirava su di morale distribuendo bicchieri colmi di grappa o vino... perché si sa.... [segue »]
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