Diario
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...neppure un principessa? Siamo soggiogati da una vergogna ammaliatrice degli ozi? No, io non credo (dunque) che la nostra nobiltà preferisce, quando lontana dall'oro un po' superbo della corte, il verde e il giallo e il rosso delle fiches della roulette francese ai colori del Creato: benché è cosa certa che se per tradire qualcuno aneliamo la viltà di trenta denari, chiediamo molto di meno per aggirare noi stessi.
Questa è valida come prefazione ad un modestissimo diario – modestissimo, giusto per non emarginare il discorso di prima –, e valga come citazione il contributo di Bukowsky. A volte gli antri più reconditi che celano le idee sono le tiepide case in cui dimorano. Abbiamo il gusto del bello e dell'assurdo, adoriamo assecondarlo.
L'introduzione è però parte del diario, poiché è semplicemente il primo giorno in cui lo apro. Perché dovrei separare le due cose? Vale, per lo stesso principio, il fenomeno mediante il quale la dedica di un romanzo appena terminato è l'autore stesso rivolta a chi ha reso possibile la realizzazione dell'opera – vuoi che sia Dio, Mefistofele, un parente, un amico, o, come sovente accade, perché sì, accade, tutti insieme.
Io che sognavo– sotto consiglio del mio ... [segue »]
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