La cuccagna svedese
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...amici finlandesi, ubriachi fradici e me la cavai solo per l'arrivo della forza pubblica; anche in questura, però, si metteva male, perché non conoscevo il nome del campeggio, né dove era ubicato, ma pressapoco solo la sua distanza dalla capitale. Per la stanchezza e per quella diabolica presenza (la vichinga aveva occhi di fuoco!) Anelavo ormai a una cella carceraria, quando fui salvato dal provvidenziale arrivo di un postino angelico che, dalla mia descrizione, intuì il campeggio, dove finanche mi accompagnò recuperando la borsetta a quella donna satanica.
Al caro Lorenzo che beato dormiva nella canadese coperto dalla svedese gliela avrei anche perdonata, ma una ironica parolina in più (mi sono dimenticato il lattante a Stoccolma!) Gli costò una lattina stracolma di coca cola in pieno viso. Dovette accorrere poi l'intero campeggio (svegliato da tante urla) per sottrarmelo dalle mani.
Questa bella avventura svedese l'ho voluta riportare per evidenziare, soprattutto, il divario culturale esistente in quel lontano 1969 tra la civile Svezia con libertà sessuale e la bigotta Italia (esagerato moralismo con cattivi pensieri finanche da confessare!), tant'è che portammo clandestinamente in Italia "je t'aime, moi non plus"!
Venendo ai tempi correnti questo gap è stato ampiamente colmato dalla dilagante decadenza ... [segue »]
dal libro "La luce dell'anima" di Francesco Andrea Maiello
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