Mihaela
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...i pensieri volano nei luoghi da lei amati. Un barlume di speranza che placa la sua tristezza.
Anche la convivenza se pur con connazionali non è delle migliori. Vive con un'altra famiglia. Loro hanno un bimbo, piange molto e non la fa dormire. Lei lo ama tantissimo. Il papà del bambino è un uomo furbo, calcolatore. Fa poco o nulla senza ricompense. Almeno con lei. Nell'azienda dove entrambi lavorano, non è visto di buon grado, ma non sembrerebbe agli occhi delle altre persone approfittarsi della ragazza. Sfrutta ad ogni modo a suo vantaggio ogni sua debolezza e capacità di opporre resistenza.
Nonostante le difficoltà l'unico suo obiettivo è mantenere il suo posto in azienda. Perché davvero non può far ritorno e quale futuro l'attenderebbe nel suo paese.
Mihaela...
Questo è il suo nome.
Forse fuggita, anche per dimenticare una storia che l'aveva terribilmente segnata per lunghi otto anni. Arterie recise, ma pronte per una lenta guarigione. L'essere stata prima la bambina e successivamente alcuni anni dopo la donna del suo unico amore l'aveva condotta in uno stato di repulsione affettiva. Tutto quello che aveva imparato dall'amore non aveva esitato a infliggerle un dolore acuto e profondo.
Oramai parlava un'altra lingua sia nel lessico sia nel cuore. La parola amore era stata più volte messa alla prova, ma ne aveva ancora bisogno. Come un neonato ha bisogno del latte materno o del grembo della mamma.
Con tanta forza. Con la fragile gioventù dei suoi 25 anni, e la maturità di una donna. Divenuta per necessità.
Una donna dolce, capace di far breccia. Semplice nel suo animo. In un mondo che alle volte dimentica la sua semplicità, come una gemma rara da preservare.
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