Sono vecchio, povero, acciaccato e preda privilegiata del coronavirus, eppure sono felice
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...prima necessità, ai pidocchi, ai geloni e alla morte che era sempre in agguato. Sono felice perché sono nato a Napoli, nella città che per me è la più bella del mondo. Sono felice perché avevo sei/sette anni e quando vedevo mia madre china sul lavatoio a lavare le lenzuola matrimoniali e quelle di noi cinque figli - nonostante l'acqua gelida, l'artrite che le contorceva le mani e i tanti dolori che la tormentavano - le dicevo che volevo andare a lavorare e portarle i soldi così poteva pagare la lavandaia. Sono felice perché dormivo con il libro Cuore sotto il cuscino e piangevo leggendo le storie del Tamburino sardo e quella del piccolo Marco che di nascosto si imbarca da Genova per l'Argentina in cerca della madre. Sono felice perché ho avuto il nonno più buono del mondo. Sono felice perché – nonostante in quel periodo fossero ancora tanti gli stenti da sopportare - ho trascorso gli anni della mia infanzia "volando" gioioso e spensierato per i vicoli e le strade della mia città ed ho potuto assaporare tutte le gioie di quegli ultimi tempi che Napoli ancora regalava a piene mani tra le armonie dei sopravvissuti pianini che ... [segue »]
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