Le mie prigioni
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A Settembre cambiai casa, seguii la dritta di un amico, conosceva un vecchio che viveva solo e affittava una stanza in via Malaspina a due passi dal mio posto di lavoro. Questo tipo si chiamava Paolo e aveva un chiosco di gelati vicino casa sua, faceva i gelati a 70 centesimi l'uno con la panna, con il carovita alle calcagna, lavorando solo nel periodo estivo non mi stupii che avesse bisogno di altre entrate. Purtroppo il povero Paolo era pazzo da legare. Intanto non mi fece una copia delle chiavi, non si fidava ma forse era più giusto dire che non si sarebbe mai fidato, di nessuno probabilmente. Si sarebbe alzato tutte le notti al rintocco della mia citofonata per venirmi ad aprire, tanto si riaddormentava subito. Era tacitamente deciso da lui che non avrei cucinato, avrebbe provveduto lui a questo, foraggiato da qualche buono pasto ogni tanto per fare la spesa. Aveva un cane che si chiamava Lucky, mai nome fu così poco appropriato. Ho sempre augurato a quel povero cane la morte... e se proprio non poteva godere semplicemente dell'estremo riposo gli auguravo di essere rapito da un gruppo di ricercatori nazisti di essere seviziato sessualmente e vivisezionato.... [segue »]
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