Il Prigioniero di Auschwitz
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...mamme, mariti strappati dalle proprie mogli, era una cosa staziante, io fui diviso dalla mia famiglia fu na cosa talmente atroce che per giorni e giorni non mangiai più fu l'ultima volta che vidi mia madre e fui diviso anche da mia sorella mentre io e mio fratello Giorgio continuammo a camminare lungo la banchina, con migliaia di prigionieri, talvolta ci veniva ordinato di stare zitti e buoni se no ci avrebbero bastonato.
Ormai sapevo che le porte dell'Ade erano vicine anzi troppo vicine e che si vrebbero aperte per me e migliaia e migliaia anzi milioni e milioni di ebrei, fu un terribile giorno fummo separati non solo dai nostri cari, ma soprattutto fu l'ultima volta che ci separavano dalla nostra dignità, la dignità di avere un anima ma soprattutto la dignità di essere uomini.
Oramai sapevo che ero entrato nelle tenebre di Auschwitz, milioni e milioni di ebrei, testimoni di geova, omosessuali, prigionieri di guerra compreso me passammò sotto la fatilica scritta dell'ade in cui diceva sopra una cancellata con una scritta in ferro: "Arbeit macht frei" ovvero voleva dire .."il lavoro rende liberi" più che il lavoro era la paura e la morte che forse ci rendeva ... [segue »]
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