Franco, Epifanio e il cane randagio
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Franco frequentava la seconda elementare e tutte le mattine percorreva la stessa strada per raggiungere la scuola. Durante il tragitto s'incontrava con altri compagni ed insieme con alcuni di loro andava a comprare il solito panino, che consumava durante la ricreazione.
Un giorno, mentre andava a scuola, si accorse che un cane scarno lo seguiva e con gli occhi, dallo sguardo triste, già esprimeva chiaramente la sua necessità.
Franco era buono ed educato, ma anche i suoi compagni non erano da meno; pertanto, subito ognuno di loro gli porse un po' di pane, che il cane ingoiò in un baleno. Franco gli accarezzò affettuosamente la testa ed il cane poi lentamente si allontanò. Ricevette ogni mattina un pezzo di pane e una carezza.
Passarono i giorni ed anche i mesi, quell'amicizia si strinse sempre di più, tanto da suscitare invidia o chissà quale altro ignobile sentimento in un ragazzo di strada di nome Epifanio, che abitava vicino a quella scuola.
I genitori di Epifanio erano due maleducati ed al figlio insegnavano ciò che avevano appreso; anzi, facendo propri quegli insegnamenti ricevuti, li trasmettevano meglio al proprio figlio, che era un perfetto delinquente.
Un giorno, infatti, senza alcun motivo aggredì Franco,... [segue »]
Composto martedì 22 dicembre 1970
dal libro "Accenti d'amore e di sdegno" di Gino Ragusa Di Romano
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