Zac
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...in lontananza rientrava in porto. Sembravano annunciare che un'altra giornata stava finendo.
Ruggero, a pochi metri dal precipizio, teneva la mano tremante sul freno della sedia, il suo viso era tirato e senza espressione ma gli occhi, ancora umidi, guardavano oltre il confine del mare ripassando tutta la sua esistenza come in un film in bianco e nero, come quando di notte non riusciva a dormire e le immagini felici con Zac, con Arianna, si alternavano con la fatica che subiva, con la disperazione che provava... era un'ossessione senza speranza.
Basta poco, è solo un attimo - pensava - poi l'incubo sarà finito. Dai, lascia questo cazzo di freno!
Era giunto finalmente il giorno in cui il coraggio di farla finita aveva preso il sopravvento alla paura e la decisione che aveva maturato da tanto tempo, si stava realizzando.
Il mare sotto la scogliera era silenzioso, quasi in attesa, anche i gabbiani si erano chetati e un leggero vento rinfrescava la fronte sudata di Ruggero. Poi, l'abbaiare di un cane interruppe quel silenzio.
Zac si era nascosto dietro al sedile e dopo che Ruggero si era fermato sulla scogliera, era sceso per correre vicino al padrone.
Si mise davanti a lui, poggiò le zampe anteriori sulle sue gambe come se volesse spingerlo indietro e lo guardava scodinzolando come a dire: non farlo, ci sono qua io ad aiutarti!
Composto martedì 1 luglio 2014
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