Ketty e il problema
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...Il suo pessimismo spesso diventa disperazione. Le sue introspezioni diventano dolorose. I suoi desideri diventano ossessioni.
Oggi Ketty è triste e mi racconta: "Io vivo in un castello merlato e a volte provo un senso di estraneamento. Ho rinunciato a una vita mia per dedicarmi prima a mia mamma malata e poi a mio fratello."
"Non dovevi fare questo."
"Ho costruito qualcosa, ricavato dalle sofferenze, dai dispiaceri, dalle rinunce... Io ho resistito per dedicarmi a loro e costruire tutto questo."
"Sì, ma il prezzo era troppo alto e non conveniva."
"Ma non potevo fuggire, non potevo ritirarmi, dovevo resistere, dovevo amarli e aiutarli..."
"Sì Ketty, ma adesso ama di più te stessa."
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Sono abituato a trovare Ketty stanca, quasi abulica. Invece questa sera appare agitata, quasi sconvolta. Agita le mani mentre parla e vedo che le belle mani lunghe hanno le unghie sporche: "Succedono cose strane... sembra incredibile eppure succedono... Ho paura."
"Che cosa succede?"
"Le porte si aprono da sole, di notte. La mia bambola è caduta da sola. L'avevo messa là, sopra il comò e si è rovesciata!"
"Sarà stato il vento..."
"No. Trovo dei capelli... dentro i libri... dentro le mie cose... Non sono capelli miei... e ... [segue »]
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