Un'ora di passione con un trans terrorista
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...e a prendere in considerazione. Si erano salutati con un bacio sulla guancia e arrivederci. Per Pompelio il solito tran-tran famigliare, una moglie e due figli.
Una mattina di due settimane dopo quell'ardito exploit sessuale in macchina con la bella sconosciuta, che era rimasta tale, al bar dalle Gine. -Guardala qua la troia! - se ne uscì la Ginetta, la giovane e magra sorella delle due Gine, con una lingua biforcuta peggio di quella di una vipera e sempre mezza nuda al centro dell'attenzione dei suoi uomini. -L'ha contagià col virus dell'Hiv più di duecento uomini. Maria signor, che razza de lavoro... - -Va tì, va a puttane! Brùto patàn! - disse la Gina in faccia allo spazzino Fricassea, mentre la Ginetta gli sventolava sotto il quotidiano. Uno che la sapeva lunga in fatto di puttane. Che a parole chiavava qua chiavava là. Fricassea si accontentò di darle una di quelle sguardate tipo. - Ma senti cosa dicono! Adesso vien el belo. L'era un omo. Mustafà. L'è un arabo Gina. Guarda qua! - e glielo sbattè in faccia alla sorella. -Non sarà certo la morte- commentò Pompelio. -L'è un terrorista dicono sul giornale. Guarda la foto! - -Guarda che grima- disse la Gina rincagnando la musa. Pompelio stava per pagare -Da qua. Fa vedere- e lo prese di scatto alla Ginetta. -E ben te sarè... maleducato... - intervenne la grossa Gina. Pompelio divenne pallido e la morte gliela si poteva leggere in faccia.
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