Sigarette
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...avrebbe portato in una bella casa con tanti bambini come me. Eppure non avevo avuto il coraggio di lasciare papà, lui mi voleva bene, così mi sussurrava fra un singhiozzo e l'altro, quando dopo aver bevuto tanto, mi faceva male. Mentre ancora il signore in giacca e cravatta mi teneva le mani chiuse a pugno, con dentro quel piccolo foglietto di carta strappato da chissà dove, e mi guardava negli occhi, avevo chiamato papà, che si era distratto con tutte le sue sigarette e si era allontanato. Era corso da me e mi aveva subito preso in collo, stringendomi al suo petto. Sentivo l'odore di fumo misto all'alcool e al sudore, mentre lui gridava quelle brutte parole che mamma diceva di non dire, al signore, che prendeva la sua ventiquattrore e se ne andava lontano dalle nostre vite. Bisogna nasconderci o ci separeranno, aveva esclamato subito dopo papà, ché mamma non l'avrebbe mai voluto. Così eravamo finiti da Donna, in una piccola casetta di periferia dove c'erano tante altre donne con costumi colorati, come quando mamma mi portava al mare, ma questi erano leggermente diversi. La sua cantina era diventata il nostro nascondiglio segreto, così lo aveva chiamato papà, ma ... [segue »]
Composto domenica 5 aprile 2020
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