Scritto da: Adriana Romanò

La scogliera


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...regalo per ricominciare. Sei giovane. Questo è solo l'inizio delle tue vicissitudini.”
“Non sei molto incoraggiante...”
“Ma è la verità e penso che tu questo possa capirlo.”
Istintivamente arretrai di un paio di passi, sempre traballando leggermente. Urtai contro una delle numerose lattine vuote.
“Tu pensi che io possa superarla?”
“Io credo di sì. Il mare non ha bisogno del tuo sacrificio, così come non lo ebbe di altri, in passato.”
“Intendi dire che ci sono altre persone che hanno tentato il suicidio su questa scogliera?”
Lei tacque.
“So per certo che una persona ci è anche riuscita. Ed è quella che ti sta parlando ora.”
A bocca aperta, del tutto spiazzato, mi volta a guardare.
La ragazza alle mie spalle sorrise. Era di una bellezza eterea: pelle luminosa e bruna di capelli,  lineamenti delicati e labbra sottili. Ci si sarebbe potuti innamorare di quel suo sorriso.
“Ti ringrazio di avermi ascoltata” disse soltanto.
Il mio sguardo si fece sempre più annebbiato, finché non riuscii più a distinguere nulla. Le gambe vennero meno e crollai al suolo, perdendo i sensi. La notte volò letteralmente e mi risvegliai laddove mi ero addormentato, la testa pulsante e un sapore acre in bocca. Mi rimisi in piedi con grande sforzo, guardandomi intorno confuso. Fui colto da un'alba mozzafiato e non potei fare a meno di pensare che il destino mi aveva concesso di ammirare nuovamente il sole. Pur nel dolore fisico e spirituale, abbozzai un sorriso. A pochi passi da me, illuminata da un timido raggio di sole, una piccola lapide con un'incisione sbiadita.
Composto mercoledì 31 luglio 2019

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    Scritto da: Adriana Romanò
    Ha partecipato al concorso
    #IORESTOACASAeSCRIVO

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