Un tatuaggio per ricordare me
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...mondo. Poi penso a quello nuovo, "Lucrezia". Che nome schifoso!!!! E che antipatici e arroganti quei due bambocci che hanno rapito la mia piccola. Quella maledetta dottoressa che mi ha convinta a darla via. Quella maledetta puzza di ospedale, di gente che non ha problemi, di gente felice di vivere, felice di poter rubare una bimba alla sua mamma. Io non sto bene. Non sto bene. Voglio la mia Alice. Voglio la mia bambina. Comincio a urlare, a piangere, a buttare per aria tutta la roulotte. Penso alla vita che ho sempre dovuto fare, alla vita malandata, povera, senza limiti. Penso alla mia famiglia. Non mi ha mai voluto bene nessuno. Né mio padre, l'uomo più alcolizzato della terra, né mio fratello grande, drogato e violento, né i miei nonni, né i miei fratellini più piccoli, né il ragazzo che amavo e che mi ha ingannata... e soprattutto mia madre. Penso all'ultima volta che l'ho vista: mi ha obbligata a far fare il tatuaggio su Alice. Per la prima volta nella mia vita, provo un moto di affetto verso mia madre: quel gesto che ho sempre considerato sbagliato, offensivo e che lei mi ha obbligato a fare, adesso mi sembra l'unica cosa che la mia bambina ricorderà di me. Il suo vero nome, il nome che le ho dato. Improvvisamente penso alla faccia che avrebbero fatto vedendo il tatuaggio i suoi nuovi genitori.
In quel momento provai odio per loro. Provai soddisfazione per quel tatuaggio. Stavo impazzendo, dovevo calmarmi. Mandai un bacio al cielo, alla mia piccina. Mi addormentai e tutti i pensieri di odio sparirono dalla mia mente, occupata solo dal viso della mia Alice.
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