Babilù
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...le scarpe rotte di due misure più grandi, i pantaloni legati in vita da un laccio penzolante e la giacchetta con le stoppie in tasca, ogni tanto lui ne prendeva una e la succhiava.
- Babilù? Ho seminato oggi! Vieni per un paio di settimane nel mio campo a scacciare i passeracci, finché non germogliano i semi? -
E Babilù andava: si piazzava nel campo all'alba, con le braccia spalancate e guardava il cielo, i vestiti gli si incollavano addosso per il vento e sul suo viso di bambino si leggeva la gioia di poter inseguire i suoi sogni.
Al tramonto andava a riscuotere: un po' di minestra, a volte qualche moneta, poi andava a dormire in un fienile o sotto un ponte, secondo le stagioni.
Un giorno lo chiamò il più ricco possidente di Maggiociondolo per presidiare un campo molto grande, tanto che alle estremità del podere erano stati messi degli spaventapasseri veri e propri: - Controlla che il vento non li butti giù! - si raccomandò il proprietario - e che i ragazzacci non gli strappino i vestiti e scaccia gli uccelli più grossi che non si lasciano intimidire dai pupazzi, d'accordo? - Babilù annuì e si recò sul ... [segue »]
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