Babilù
Scegli la pagina:
...campo.
Che fatica! Era autunno e il vento soffiava forte, così Babilù correva continuamente a raddrizzare ora l'uno, ora l'altro pupazzo che cadevano. In particolare, una pupattola più fragile degli altri, che i ragazzacci amavano particolarmente prendere di mira con i sassi, per via dell'ampia gonna tutta lisa e della magiostrina rotta che le faceva da cappello: - Perdoni, signorina! Non sono cattivi, sono solo monelli, non sanno rispettare la bellezza! - Così mormorava il giovane rialzando per l'ennesima volta lo spaventapasseri, lisciandone la sottana impolverata, stringendo i lacci rotti del corpetto, aggiustando sui capelli di stoppie il cappellino di paglia. Poi raccolse un mazzolino di fiori e lo legò soddisfatto a un braccio del pupazzo, quindi ricominciò a scacciare le cornacchie sfacciate.
Eh sì, Babilù si era innamorato: scendeva la sera, con la nebbia arrivava la brina che ricopriva ogni cosa di un bianco e gelido mantello scintillante, ma il ragazzo non voleva lasciare sola la sua bella, si stendeva sulla terra accanto a lei e si addormentava sfinito.
Passavano i giorni, Babilù era sempre più smagrito, sporco, lacero, non si allontanava più dal campo: la gente passava e scuoteva la testa sospirando, i monelli lo schernivano: - Babilù!? ... [segue »]
Leggi un altro Racconto Tutti gli Argomenti
Immagini con frasi
Consigliati
Ultimi argomenti inseriti
Commenti