Gisella
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Calavano le prime ombre della sera, una vigilia di Natale, sulla città semisepolta dalla neve che cadeva incessante e copiosa dal giorno prima.
Un vento rabbioso, proveniente dalle alte montagne più a Nord, non trovando ostacoli sul proprio cammino, si avventava ululando, con le sue intense raffiche contro la piccola comunità di provincia, sollevando, in vorticosi mulinelli, fumose volute di pungenti cristalli di ghiaccio, imprigionandola sotto ad una spessa e impenetrabile coltre nevosa.
I rari passanti che si trovavano a sfidare quel tempo inclemente, arrancavano lenti per le strade divenute ormai impraticabili, soffermandosi brevemente ed in precario equilibrio, di fronte ai negozi dalle vetrine principescamente addobbate, illuminate, oltre che dalle proprie insegne, anche dal festoso e intermittente scintillio multicolore delle luminarie, nella tardiva ricerca degli ultimi acquisti.
Gruppetti di ragazzini, incuranti del freddo intenso, si contendevano tratti di strada in furiose battaglie, lanciandosi palle di neve, colpendo, a volte, nella foga di quel chiassoso gioco, quei poveri malcapitati che si venivano a trovare, loro malgrado, a transitare lungo la linea di fuoco di quei candidi e duri proiettili. Questi allora, in uno slancio di collera, si lanciavano imprecando in brevi, quanto vani inseguimenti, dato che quelle piccole pesti, tra cori ... [segue »]
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