Scritto da: Massimo Baronetto

Gisella


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...di prendersi cura della bambina, allettata dalla cospicua somma che Gisella aveva ereditato dopo la scomparsa di mamma e papà, ma ormai, da tempo, la vecchia ubriacona aveva sperperato l'eredità della piccola in epiche e memorabili sbronze, che la lasciavano semi-incosciente per ore, distesa sopra al suo lercio giaciglio.
Anche in quella sera tempestosa, incurante delle condizioni fisiche di Gisella e delle sue accorate suppliche, l'orribile megera, essendo a corto di liquidi, le aveva ordinato con una spaventevole voce roca, frutto delle innumerevoli sigarette fumate e dai liquori che avidamente ingurgitava senza sosta, di andare a chiedere l'elemosina, come una mendicante, sulla scalinata della Chiesa del paese, perché, le aveva detto ridendo sguaiatamente e mostrando i denti neri e marci "Una bambina ammalata come te, suscita compassione nel cuore delle persone caritatevoli, rendendoli più propensi, specialmente a Natale, ad elargire somme generose!".
Detto questo, senza altri preamboli, la vecchia arpia, aveva sbattuto fuori la piccina dalla cadente stamberga dove esse abitavano, minacciando di darle una sonora dose di bastonate se non fosse rientrata il mattino seguente con una considerevole somma di denaro. Gisella, con le ultime forze rimastegli, avanzava ansimando e in preda alla disperazione in direzione della grande Basilica ... [segue »]

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    Scritto da: Massimo Baronetto

    Commenti

    1
    postato da , il
    la tua storia è triste, è bella, ricorda le fiabe di una volta.
    Mi colpisce il linguaggio, fluente, ricco, con termini non di uso comune. Hai un tuo stile.

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