Prima di tutto ribadiamo quell'ovvia verità che è "il mestiere del genitore non è semplice". Parte di ciò che siamo oggi è frutto Dell'"educazione che i nostri genitori ci hanno impartito e trasmesso. Ho sempre avuto repulsione verso il verbo" impartire "perché per me la sua traduzione è" farti subire ". È veramente sottile la linea di confine tra" trasmettere "e" farti subire" ma è proprio su quella linea che si gioca la differenza tra lasciare un segno e lasciare una cicatrice. Quando sei giovane è facile, oserei dire sacrosanto, commettere errori: ogni passo è uno sbaglio, vai avanti poi torni indietro, giri a sinistra poi a destra, ma è l'andatura normale per uno che sta cercando la sua strada e sta provando a costruirsela. È la gestione dell'errore a rivelarsi di fondamentale importanza. Mi spiego: ciò di cui un ragazzo, o anche un bambino, non ha assolutamente bisogno è di sentirsi colpevolizzato per un errore commesso ma ha bisogno di capire perché l'ha commesso, non ha bisogno di sentirsi dire che non deve fare questo o quello ma perché non lo deve fare, non ha bisogno dei no ma dei perché è no, non ha bisogno di una porta in faccia ma di qualcuno che si siede accanto e gli dia spiegazioni. I no ti lasciano crescere... i no subiti ti lasciano cicatrici.
Composto giovedì 8 novembre 2012
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