Ventimila leghe sotto ai tuoi occhi. Ho tanto mare attorno a me, ma nessun corso che mi scorra dentro. Mi asciugo e torno a casa mia. Un pianoforte a coda, una sottana sul letto, musica dolce che si propaga lenta e tutto questo sono io. Anche fuori piove! La natura, mesta, apre dialogo con me, e fa silenzio perché dentro ho silenzio. Sei poesia di albe e tramonti. E dentro sono a pezzi e mi riscrivo attraverso queste parole che dedico a te per farmi intera. Il pensiero, raccolto, in questo Notturno di Chopin che mi accompagna nell'attesa. E questo soffio di raffiche confonde il richiamo di una civetta che mi porta corteccia di alberi, - di cuore - sul davanzale. Mi sfilo una calza a rete con la quale t'imprigionerei, con sadici baci ed atroci abbracci, le lingue di fuoco nascono dai ceppi accesi, se ne ode il crepitio dal camino, cenere del mio Etna che giace sul tappeto. Mi restano le ore che mi separano da questi incontri. Taciturno e mancante tu, ti lascio aperta ogni porta, ogni antro, ogni fessura, in controluce la vita mi sembra polvere che si posa sui respiri affannati di petti e seni ansanti. Un'arancia rotola sul pavimento, giro lo sguardo, tu sulla porta.
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