Nelle favole che scrivo io ci sono volpi sciocche ed uva avvelenata. Le volpi faticano a raggiungere i grappoli più dolci, posti sempre troppo in alto per essere raggiunti, colti ed assaporati e la fame spinge a cibarsi di acini secchi, privi di succo che non daranno mai vino. E credevo che le volpi fossero compagne dei demoni, invece, si accostano agli angeli e poi, espiano la colpa. Accontentarsi e sopravvivere. Buoni consigli e cattivi esempi. Lucido la coda rimasta troppe volte prigioniera nelle tagliole: l'ho sempre scampata, ma in prossimità dei tagli non ricresce pelo, rimasto in queste trappole disseminate un po' ovunque, tra boschi ed asfalto, cimelio e scalpo delle mie sconfitte. E credo sia un ridursi a dover avere qualcosa pur di avere qualcosa. Lo scotto da pagare.
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