Giulio e Lara
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...ma erano l'umanità e la spiccata sensibilità a fare di lei "la spalla" di molti degenti. Lei appariva sulla porta con un buongiorno, un sorriso ed il caffè e Giulio le scaraventava una rivista contro. Lei la raccoglieva premurosamente e provvedeva a situarla sul comodino, a fianco del letto, sentenziando, candidamente: "ti è caduta questa, le cose sembrano essere animate di vita propria qui dentro"! Giulio si straniva, si sorprendeva dei gesti e delle parole della ragazza che sembravano non cogliere, in realtà, coglievano benissimo la giusta misura dei comportamenti del ragazzo e vi trovava sempre un senso di continuità di parola e pensiero, la pazienza, il giusto ascolto, il giusto contenimento. Ecco! Lara era una sorta di contenitore, qualcosa dentro alla quale stai e ti senti raccolto ed al sicuro. La sua presenza divenne indispensabile per lui. I racconti, il rimosso che prendeva vita e, pian piano, riaffiorava in superficie, sul pelo dell'acqua, nuotando, seppur a fatica, annaspando e riemergendo dall'abisso della negazione e della memoria resa opaca dal trauma e dal panico che, spesso, si manifestavano in tutta la loro atrocità e crudeltà. Ci volle molto tempo. Non fu facile, per Giulio, parlare, mostrarsi nel suo difetto, farsi aiutare, iniziare un nuovo percorso di crescita che lo contemplassero solo dal bacino in su, scegliere le protesi, iniziare i trattamenti fisioterapici e psicoterapeutici.
E poi, la pallacanestro in carrozzina.
Giulio e Lara hanno fondato un'associazione che si occupa della promozione dello sport per ragazzi diversamente abili.
Giulio ha vinto! Il suo corpo è a metà, ma lui è un uomo intero.
"Grazie, Lara"!
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