Giulio e Lara
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Si sforzò di guardare con più attenzione fuori dalla finestra. Era diventato tutto grigio o i vetri erano troppo sporchi ed appannavano la visuale? E si trovò a riflettere sul fatto che anche i nostri occhi funzionano, più o meno, allo stesso modo; se l'anima è sporca, si proietta fuori il nostro sudiciume, l'irrisolto, l'agonizzante che è in noi e tutto assume i contorni dell'irrequietezza, del travaglio, della mancanza ad essere. Tutto avviene attraverso gli occhi, come fossero porte e filtri, fessure e spiragli tra l'interno e l'esterno e la chiusura in noi stessi ha la consistenza di un filo di capelli sull'uscio di questo netto confine di demarcazione.
Erano molti i momenti in cui il sonno prevaleva e Giulio si accasciava stordito, quasi svenuto, reclinando di colpo la testa in dietro, su quel cuscino ormai, sempre, troppo scomodo, troppo sgualcito, troppo caldo. Questi momenti d'incoscienza servivano ad allontanare la realtà e l'evidenza. Pochi minuti, si ridestava di soprassalto, spesso, in una pozza di sudore, l'angoscia come un boia alle spalle con la mannaia pronta. Il gesto, a quel punto, era automatico, involontario: Giulio scostava il lenzuolo di dosso, quasi strappandolo per la veemenza che ci metteva ed ecco l'orrore,... [segue »]
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