Ho tolto le scarpe prima di varcare la soglia di casa come se il ritorno ai miei mondi fosse iniziazione, parto sacro, cosa pura. Ho tracciato linee di confine temporali tra le epoche e ti ho chiesto di diventarmi lancia e bastone e forbice per dividere, percuotere, tagliare ciò che ti fosse il prima ed il dopo, l'arrivo e la permanenza, la voce ed il silenzio e nel silenzio, fatto assenza, ancora una volta, ti ho chiesto la presenza in luogo dell'incorporeo e dello svanire, della mancanza in un'impressione sfumata della tua esistenza. Ti ho perdonato l'allontanamento, ti avrei perdonato l'abbandono, ma ciò che non ha mai incontrato la mia clemenza è stato l'allontanamento senza abbandono.
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