Il sorriso di un sogno
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Eravamo nell'aprile dell'anno 1987 e io volevo a tutti i costi raggiungere la vetta dell'Everest, il mio sogno più grande, un sogno in parte legato all'infanzia, un sogno che in molti definivano il mio chiodo fisso; e di chiodi, potete star certi, ne ero ben attrezzato. Come anche di moschettoni, staffe e imbracatura; senza contare il mio adorato e inseparabile zaino completo di reticella multiuso e tasche di varie misure, dove avevo infilato - si fa per dire - ogni cosa necessaria e indispensabile.
Mi chiamo Rayan Kirst e il mio patrimonio genetico ha fatto sì che avessi non solo una pelle marmorea e un corpo molto resistente al freddo, ma anche un bel paio di occhi grigi e una capigliatura folta, liscia e bionda.
Scalare le montagne è sempre stata una delle mie passioni e forse l'unica, se si tralascia la passione per il pianoforte e per la fotografia in genere.
Comunque; oramai erano già tre mesi che mi trovavo sul versante nord dell'Everest e devo dire che mi sono capitate un sacco di cose meravigliose, non dico incredibili perché sarebbe come dire che ho visto il fantomatico Yeti, l'uomo delle nevi. Però, in molti casi, ho avuto la ... [segue »]
Composto giovedì 19 maggio 2011
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