Ricordate la lezione di matematica alle scuole elementari, quando, sorpresi e stupefatti, apprendiamo che anche un piccolissimo numero, se moltiplicato, aggiunto, diviso o sottratto all'infinito, fa sempre infinito? E che anche cento miliardi per infinito o più infinito, fanno sempre infinito, proprio come lo 0.0000000000001? Viaggiando ci si sente infinitamente piccoli. Si esce fuori dal controllo del proprio quartiere e città, e ogni nuovo passo ci ricorda come quei nuovi passi non saranno mai abbastanza per visitare il mondo. Esatto, il mondo. La terra per noi essere umani. Anch'essa infinitamente piccola rispetto all'universo, eppure così grande e inesplorabile in una sola vita umana. Vediamo la mappa di questo pianeta, e pensiamo che potremmo posare il culo su ciascuno di quei paesi, dimenticando che questo varrà solo per statistica, perché le strade, i fiumi, le terre, di queste che oggi sono nazioni, sono di un numero talmente grande da risultare infinito per noi esseri minuscoli. Così minuscoli che non possiamo che arrenderci, nel bene e nel male, al fatto che "vedere" il mondo non è una priorità, bensì lo è seguire la corrente dove il nostro sentire ci porta. "Mi piace questo, questo non mi piace". Quando eravamo piccoli eravamo mossi da questo istinto. E uguale dovremmo fare in età adulta, per quanto difficile, avvinghiati dai doveri relazionati all'economia, alla società e alla politica.
Per quanto piccoli però, ci muoviamo, e siamo, in questo infinito. Miliardi di persone, non conoscibili in una vita. Miliardi di città, strade, acque salate e marine, montagne e colline, alberi e fiori, animali e insetti, non visitabili in una vita. Siamo parte di questo, e per questo, siamo infinito. Piccoli, ma infiniti.
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