Stato sonnambolico
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...un foglio. Papà. Mamma. Delle urla. Vengono da chissà dove di fuori. Mi lancio all'esterno. È buio. Le gambe diventano legni. Sudo freddo. Il cuore mi rimbomba nelle orecchie e la testa mi sfugge. Mi aggrappo alla parete. Il bambino se n'è andato. Cammino lungo un corridoio. Mi ritrovo in cucina. Il tavolo è coperto da una tovaglia di plastica color crema. Da uno dei bordi un rivolino di liquido rossastro gocciola sul pavimento. Termina a terra in una pozza. È vino. Mi guardo attorno. Nessuno. Ancora grida.
Sono di nuovo nella mia camera. Voglio scappare ma non so da quale parte. Mi metto a gridare. Aiuto, aiutatemi vi prego, ma non mi esce alcun suono. Corro nel buio inciampando in non so cosa. Cado. Mi trovo nuovamente in cucina. Daccapo quelle strilla. Vi supplico.
- Esce dalla cucina. Riprende la scala dalla quale è sceso. Sale. A ogni gradino si avvicina al risveglio. Ogni ricordo, ogni cosa, sarà rimossa. Conterò fino a tre, si sveglierà e le sembrerà di aver dormito molto tempo. Uno... Due... Tre.
- Dove mi trovo... Ah sì, Allora?
- Le sue angosce hanno poco a vedere con il passato.
- Dovrò convivere con le mie ... [segue »]
Composto martedì 31 marzo 2015
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