Mi parve, allora, di distinguere, come in una visione cristallina, ai confini delle nicchie del mondo, in una penombra d'incenso, brine che scioglievano, cuori che si aprivano, mani che si alzavano di gioia; eserciti che si levavano, potenze che si destavano, battaglie celate nella sera, materia che si dissolveva e forme che si delineavano nuove, oltre l'orizzonte, in un'alba terribile, colorata di luce e di fuoco.
Poco mi sembrò mutare allora, e non sapevo su quale abisso di me fossi chiamato a posare lo sguardo. Ma ogni paradigma del mio essere tremò, e cadde.
E nulla fu mai più come prima.
Composto mercoledì 24 giugno 2015
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