La leggenda dei pesci-bambino
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Da sempre, il laghetto che, come uno specchio, rifletteva l'immagine capovolta delle montagne circostanti, era considerato dagli abitanti del villaggio come un luogo, bello sì, ma assolutamente da evitare.
Tanto incantevole poteva sembrare con le sue acque limpide e assolutamente tranquille, quanto invece – così dicevano gli anziani – era pericoloso e maledetto.
Si diceva infatti che, molti anni addietro, anzi, nella notte dei tempi, un bambino fosse stato inghiottito da quelle acque. Ma non era annegato come si potrebbe pensare, no, era proprio stato trascinato giù, nei fondali, da una forza misteriosa, forse da un mostro terribile... non si sa esattamente.
Ma ormai quella storia, raccontata per generazioni, incuteva una paura tale da impedire ad ogni ragazzino di entrare in acqua, anzi, anche solo di avvicinarsi al laghetto, camminando sui ciottoli arrotondati che incorniciavano le leggere e tranquille onde.
Erano questi i pensieri di Pietro, un ragazzino di sette anni, mentre osservava i suoi piedi ormai già bagnati dall'acqua proibita. Infatti, proprio quella mattina, senza volerlo e senza accorgersene, si era avventurato in direzione del lago Fosso e aveva tolto le scarpe e le calze, poi si era messo a camminare, molto lentamente misurando ogni movimento, lungo il lido ... [segue »]
dal libro "Il fruscio dell'ora" di Norberto Lafferma
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