Scritto da: Gabriele Ceci

Fiume


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...credevo e cominciavo a pensare che forse non ero davvero più io.
Mentre guardavo i loro occhi strabuzzati, pieni, e gli raccontavo di chi ero che ero riuscito a vederlo l'immenso e ingannevole mare, mentre cercavo di fargli ritrovare il lume della ragione, di fargli ricordare che sapevano benissimo chi ero, io il piccolo girino, con la coda dell'occhio vidi sotto di me ad uscirmi dal petto degli arti, dei grandi e possenti arti.
Come pinne ma più forti e di un altro colore e mentre parlavo li muovevo, ne avevo il controllo, erano i miei, erano i miei, avevo dei grandi e possenti arti davanti e di dietro, rimasi senza parole stupefatto, non capivo cosa mi era successo, e più me lo domandavo più li muovevo, li controllavo era qualcosa di eccezionale, così grande che le storie dell'ingannevole mare non m'interessavano più, comunque a differenza di loro quell'immenso posto l'avevo visto davvero, in tutte le sue luci i suoi colori, contro ogni più limitante pronostico avevo vinto ma ora di tutta quella storia sul mare non mi interessava più niente.
Li lasciai li a fissarmi con quei occhi strabuzzati ed anche se vidi che qualcuno alla fine mi aveva ... [segue »]
Composto mercoledì 30 novembre 2016

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