La paura
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E camminando di notte, nel centro di Milano, semideserto e buio e vedendomi venire incontro, l'incauto avventore, ebbi un sobbalzo nella regione epigastricoduodenale che a buon diritto chiamai, paura o vigliaccheria emotiva.
Sono i momenti in cui amo la polizia. E lei lo sa, e si fa desiderare. Si sente solo il rumore dei miei passi, avrei dovuto mettere le Clark.
Cappello in testa, e impermeabile chiaro che copre l'abito scurissimo, l'uomo che mi viene incontro, ha pochissime probabilità di essere Humprey Bogart. Le mani stringono al petto qualcosa di poco chiaro.
Non posso deviare, mi seguirebbe, il caso cane gatto è un esempio tipico. Finché nessuno scappa, non succede niente, appena uno scappa, quell'altro... Ed è giusto, perché se uno scappa, deve avere una buona ragione per essere seguito, altrimenti che scappa a fare? Da solo. In quel caso si direbbe semplicemente, corre, e se poi lui non mi seguisse, non ho voglia di correre come un cretino alle due di notte per Milano, senza le Clark. Proseguo per la mia strada, non devo aver paura, la paura è un odore, e i viandanti lo sentono. Sono peggio delle bestie questi viandanti, è chiaro che lo sentono.
Ma perché ... [segue »]
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