E infine uscimmo a riveder le stelle...
Sera.
Scendo in giardino a ritirare il bucato. È buio lo so, farò velocemente.
I sensi percepiscono qualcosa di nuovo nell'aria, ora vergine di suoni e di rumori.
I ragazzi non giocano più nel vicino campetto, le auto che circolano sono pochissime, in lontananza si ode solamente l'abbaiare ritmico di alcuni cani.
Poi il silenzio. Profondo, insolito, sorprendente.
Osservo il blu notte del cielo ed il lucore delle stelle, quelle grandi e quelle piccoline.
Un senso di pace mi avvolge benevolmente e mi gratifica finché il mio umore cambia repentinamente.
A che prezzo tutto ciò?
Perché questo forzato silenzio prima mi emoziona, poi mi spaventa?
Respiro con avidità crescente le onde benefiche di aria apparentemente più pulita.
Vorrei rientrare e piangere, ma mi obbligo a volgere lo sguardo in su, laddove le luci birichine delle stelle continuano a rincorrersi, allegre e sicure di sé.
Fanciulla, ascolta: presto usciremo a riveder le stelle, e nulla sarà più come prima, o forse sì... sarà meglio, in nome di una necessaria e rinnovata consapevolezza.
Torno a guardare su, mentre calde lacrime salvifiche ricamano il mio viso.
Composto venerdì 3 aprile 2020
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