Scritto da: Michele Ciorra

Il padrino


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...preferì guadagnare la piazzola antistante una delle portiere a soffietto che davano sul lato destro del treno fiducioso nella promessa fattagli dal padre.
Ed il treno, all'altezza della stazione di Scauri-Minturno, rallentò fino a fermarsi. La voce del capostazione in servizio quella mattina avvisò, a mezzo di due gracchianti altoparlanti, i passeggeri che il convoglio doveva rispettare una sosta di carattere tecnico ché alcuni addetti avrebbero dovuto effettuare un controllo a vista degli assi delle ruote. Nel frattempo, se lo ritenevano opportuno, potevano raggiungere il punto di ristoro allocato nella stazione e rifocillarsi con un buon caffè espresso alla napoletana. Riviste e giornali, poi, erano a loro disposizione.
Il brillante chirurgo sorrise. Non aveva mai nutrito dubbi circa le rassicurazioni del genitore ma sapeva benissimo che l'imprevisto era sempre dietro l'angolo.
Un giovanotto nerboruto, impeccabilmente in completo di lino bianco sporco, lo salutò con deferenza – sapeva benissimo con chi aveva a che fare – ed afferrò le maniglie delle due grosse valigie. Salvino si fece carico di un piccolo trolley.
Sul piazzale antistante la stazione ferroviaria vi era ad attenderli un'anonima auto Fiat, a cinque porte, di color grigio metallizzato.
A "Totonnò o cecato" non piaceva, prudentemente, esibire le ... [segue »]

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