Scritto da: Camillo Priore

Malinconia d'autunno


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...stando attento a non farmi vedere da lei e da nessun altro. Era già il crepuscolo e non so bene cosa mi passava per la testa mentre impugnavo quel fucile, ma affacciatomi di poco alla finestrella della casa, ho visto Ginevra che teneva in braccio suo figlio, mentre la madre cucinava. La giovane donna stringeva a sé quel figlio con tanto affetto che l'amore era palpabile in quella casa, la nonna del pargolo passò un paio di volte intorno al tavolo per baciare la testa della figlia e per accarezzare il nipote. Io non chiedevo altro che stare lì, con loro. Volevo amare quella donna, volevo essere padre, anche di un figlio non di sangue, volevo proteggere una famiglia. In quel momento abbassai il fucile e tutto mi fu chiaro, io non stavo andando da Ginevra e da suo figlio, stavo scappando dalla mia solitudine. Stavo cercando una cura a quel profondo nero che è il vuoto di quel soggetto a cui dedicare il mio amore e Ginevra ha solo avuto la sfortuna di finire sulla mia strada. Dimmi amico, c'è forse da vergognarsi di questo? Si può avere nostalgia di ciò che non si conosce? Non è la cosa ... [segue »]
Composto venerdì 24 aprile 2020

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